A Milano una mostra dedicata a Damián Ortega mette in risalto il Maggiolino Volkswagen… come non l’avete mai visto. In una versione decisamente originale e ironica.
Sculture, installazioni, film, si appropriano di materiali di uso comune o di recupero che Ortega altera e decostruisce per rivelarne componenti nascoste, aspetti simbolici e talvolta irriverenti. È il caso di un Maggiolino Volkswagen del 1989 su cui si basa l’opera “Cosmic Thing”, già presentata all’Ica di Philadelphia nel 2002, tra le più iconiche alla Biennale di Venezia del 2003 e riallestita adesso in Hangar Bicocca in occasione di questa mostra.
Nell’opera, la più spettacolare di questa esposizione a cura di Vicente Todolí, l’auto simbolo della casa di Wolfsburg si disfa in mille pezzi fluttuanti, in modo che motore, capote, cofano, cruscotto, scocca, sedili, sportelli, finestrini, frecce, freni e volante si dissolvano nell’aria.
Il Maggiolino appare davvero una scelta azzeccata per un’opera d’arte. Lontano dall’essere una semplice automobile berlina come tante, è una vera e propria creazione artistica e artigianale, diventata nel corso del tempo oggetto di culto per popolazioni d’ogni classe sociale e latitudine. Non solo taxi in Messico, ad esempio, ma auto gazzella della polizia nella vecchia Germania dell’Ovest. Fino a diventare una moda che resiste ancora oggi. Nelle strade e, ora lo sappiamo, persino nel mondo dell’arte.
Marco Infelise