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Diesel Gate VW – saltano teste e progetti. In Italia misure precauzionali

Diesel Gate – come è stato definito il fattaccio dei veicoli del Gruppo Volswagen dotati del software ” illusionista “, o “device” inserito per modificare i valori delle emissioni in fase di test – muove scelte economiche e industriali. Giuridiche e investigative .
Audi Tdi e5 07 La ” spy story ” vede interventi già attivati in vari Paesi; veloci in Nordamerica quanto in India.

In Italia è sospesa “la vendita di tutte le vetture Euro 5, come misura precauzionale in attesa di ulteriori dettagli”. L’avviso è stato inviato ai concessionari con una lettera firmata da Massimo Nordio, amministratore delegato della filiale italiana del gruppo tedesco. Danno limitato in parte dal fatto che la gamma si sta evolvendo a euro 6 (che si dice fuori pericolo). Non coinvolge però solo i modelli marchiati Volkswagen, ma anche Seat, Skoda e il brand di prestigio di famiglia, Audi . Nonché veicoli commerciali.

Si tratterebbe di circa 40.000 esemplari nuovi. Ma il governo italiano vuole fare il figurone e andare oltre, prevedendo test a campione sui modelli in immatricolazione e del parco circolante dei soli veicoli equipaggiati con motori diesel Euro 5 tipo EA 189 . Lo ha confermato il Ministro Delrio , che ci va pesante: “E’ una questione di fiducia”.  Per sollecitare i controlli o i richiami, si paventa il rischio di ritiro dei libretti di circolazione.

 Sotto la lente sarebbero Audi A3, A4, A5, A6, TT, Q3 e Q5. Seat Leon, Altea e Alhambra. Skoda Yeti, Octavia e Superb. Volkswagen Maggiolino, Sharan, Touran, Golf, Passat e Tiguan. Nel complesso, oltre 11 milioni di esemplari prodotti nell’arco di cinque anni o cinque e mezzo (secondo modello).
Il motore 2.0 TDI è quello messo sotto accusa prima negli USA, poi in Europa e su altri territori, ma sono venuti dubbi anche per il 1.2 e il 1.6 TDI.

Matthias Müller, nuovo Ceo del Gruppo di Wolfsburg arrivato da Porsche vuole prendere velocemente in mano le redini della situazione. E colpire chi sapeva. Persino Bosch (fornitore della centralina ma non del software aggiuntivo) aveva avvisato circa i pericoli nell’alterare il programma con un “device”. Così cominciano a saltare le prime teste, a iniziare da quella del capo progettazione e del responsabile informatico. Il governo tedesco sollecita pesantemente, oltre ad aver già aperto un’inchiesta con verifiche dirette sui vertici aziendali e sull’ex Ceo Winterkorn.

Intanto Suzuki annulla il progetto di alleanza con Volkswagen per la realizzazione di auto ibride ed elettriche. La Casa giapponese ha venduto la quota di azioni Volkswagen in suo possesso. Consenguentemente Porsche ha fatto sapere di aver acquistato da Suzuki l’1,5% di Volkswagen.
Tra crolli e riprese in Borsa, allo stato attuale VW è in ribasso di oltre il 5,5%.

Altro fatto non trascurabile, la Bce interrompe i finanziamenti con titoli a garanzia per l’acquisto di automobili VW. In gran parte si tratta di acquisti in leasing.
  Significa per il Gruppo tedesco perdersi una discreta fetta di clientela; alternativa, alzare i prezzi per compensare, o abbassarli riducendo il guadagno.
Come abbiamo già detto, i volponi non stiano comunque a sorridere. Anzi, antipatie e simpatie  vanno messe da parte nella speranza che la questione si risolva (anche se il colpo potrebbe chiedere qualche anno, magari non troppi se VW gioca bene le sue carte): le ripercussioni (oltre che per Lamborghini e Ducati, parte del Gruppo tedesco ma firme dal cuore italiano) toccano anche l’indotto e i produttori italiani di parti di lustro: vedi Alcantara per gli arredi top o Brembo con i suoi straordinari impianti frenanti.

 

Fabrizio Romano

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