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Ferrari a Wall Street – “ Per chi suona la campana ”

Oggi, alle ore 9.30 della costa orientale, il Presidente di Ferrari Sergio Marchionne, insieme al Presidente di FCA John Elkann e ai vertici della Ferrari, ha suonato la campana della Borsa di New York.

Si tratta del segnale che tradizionalmente dà inizio alle contrattazioni in quella che è considerata la piazza finanziaria più importante al mondo e dove la Ferrari ha deciso di quotarsi con il ticker RACE.

52 dollari per azione
In dettaglio, il prezzo dell’ipo Ferrari è stato fissato a 52 dollari per azione, a poche ore dal debutto a Wall Street. La Casa di Maranello offre sul mercato 17,18 milioni di titoli che, a un prezzo di 52 dollari per ciascuna azione, portano la raccolta con la quotazione e 893,36 milioni di dollari.

Il valore della società si aggirerebbe, di conseguenza, sui 10 miliardi di dollari. Inoltre, dopo l’ipo Fiat Chrysler deterrà l’80% di Ferrari, mentre all’inizio dell’anno prossimo il Cavallino sarà scorporato da FCA e passerà sotto il controllo di Exor. In sostanza, la giornata di oggi è stata parecchio intensa per FCA anche purtroppo per una cattiva notizia giunta da Bruxelles. Infatti, i tax ruling concessi da Lussemburgo e Olanda rispettivamente a Fiat Finance and Trade (controllata FCA) e Starbucks sono “illegali”. E’ la decisione del Commissario Ue per la concorrenza, Margarethe Vestager.

Le due società dovranno restituire almeno 20-30 milioni di euro dei vantaggi illeciti e non potranno più godere dello stesso trattamento di favore. “Di per sé i ruling fiscali sono strumenti perfettamente legali”, scrive la Commissione europea in una nota, ma gli accordi per Fiat e Starbucks “hanno avvallato metodi complessi e artificiosi allo scopo di determinare gli utili imponibili delle imprese e non riflettono la realtà economica”. Una decisione che, secondo la nostra opinione, fa riflettere su come sia difficile districarsi tra le complesse regole europee senza sbagliare.

Gian Marco Barzan

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