Unire la classe e il comfort di una berlina ammiraglia con le performance tipiche delle supercar sportive. Si tratta, in estrema sintesi, della filosofia riguardante la Lexus GS F che “lancia il guanto di sfida” a modelli come Audi S6, BMW 550i M Sport e Cadillac CTS Vsport.
Come da tradizione Lexus, anche la GS F ha una linea improntata all’understatement e sono pochi i dettagli che la distinguono dalle normali GS. Tra questi spiccano il paraurti con estrattore d’aria, i quattro terminali di scarico asimmetrici, il piccolo alettone e la gommatura specifica. Gommatura che in questo caso ha misure differenziate secondo gli assi, ovvero 255/35-19 anteriormente e 275/35-19 posteriormente. All’interno si ritrovano gli indicatori circolari tipicamente Lexus, mentre sia i comandi primari che quelli secondari sono perfettamente a portata di mano. Apprezzabili anche le levette del cambio al volante di giuste dimensioni, così come la pedaliera in alluminio che garantisce la giusta presa. Quanto ai materiali impiegati, si “respira aria di alto artigianato” in virtù delle finiture in pelle profuse a piene mani, mentre un tocco di high tech è dato da alcuni inserti in fibra di carbonio. Degno di nota, inoltre, il sistema touch screen che gestisce varie funzioni tra cui il navigatore satellitare, nonché il climatizzatore. Al riguardo, ricordiamo che la Lexus è stata tra le prime case al mondo a introdurre i comandi mediante touch screen negli Anni 90.
V8 aspirato
Riassumendo, la Lexus GS F è un’auto costruita su misura per i gentleman driver. Persone che al volante di questa berlina di prestigio alternano idealmente il doppio petto alla tuta da pilota, viaggiando sul lungo raggio in perfetta souplesse e cimentandosi di tanto in tanto nella guida sportiva. Perché una volta “allentate le briglie” del controllo di stabilità, la GS F scarica pur sempre 467 CV sulle ruote posteriori. E allora qualche controsterzo, mentre le ruote sono “aggrappate” all’asfalto per via dei doppi triangoli sovrapposti, è possibile. Ma solamente in pista, sia ben chiaro.
Gian Marco Barzan
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