Mazda RX-VISION – “ Rotary club ”
Salone di Tokio
Con la presentazione al Salone di Tokyo della RX-VISION, prototipo di coupé a trazione posteriore, Mazda ripropone il motore rotativo Wankel.
Una tecnologia in cui la Casa giapponese crede da parecchi anni, basata su rotori triangolari anziché i pistoni alternati dei propulsori tradizionali. In passato diverse altre Case hanno tentato la strada del Wankel, tra cui Citroen e NSU, ma si trattava più che altro di sperimentazioni.
Ha la storia dalla sua parte
Nel lontano 1967, dopo aver superato parecchie difficoltà tecniche, Mazda è riuscita a introdurre il motore rotativo prima sulla Cosmo Sport 110S e poi su molti altri modelli. Tra questi spicca la RX-7, la vettura più venduta con questa tipologia di motorizzazione, con più di 800.000 unità prodotte tra il 1978 e il 2002. Chi scrive ricorda molto bene l’ultima serie della RX-7, avendola provata a lungo nel 1994, e ha ancora in mente la spinta da “aereo al decollo” data dalla sovralimentazione, ma anche un effetto freno motore praticamente inesistente e un consumo dell’olio piuttosto elevato. E a proposito di quest’ultimo, sarà interessante scoprire come lo SKYACTIV- R, questo il nome del nuovo rotativo Mazda, abbia risolto tale “sete” endemica.
La ricerca è andata avanti
Alla Mazda tengono particolarmente a ricordare come sia stata l’unica Casa a vincere la 24 Ore di Le Mans con il motore rotativo. Motore che equipaggiava la 787B. D’accordo, si tratta del lontano 1991 in cui molti di noi portavano ancora i pantaloncini corti, ma dopo allora nessun altro si è cimentato nella gara di durata per antonomasia con un Wankel. Inoltre, anche se attualmente non prevede la produzione di massa di modelli con motore rotativo, Mazda non ha mai interrotto le sue attività di ricerca e sviluppo in questo campo. Conseguentemente, il risultato tangibile è la nuova unità SKYACTIV-R che, secondo nostre ipotesi, potrebbe adottare la sovralimentazione con due turbocompressori.
Ha un aspetto da supercar
Stilisticamente la Mazda RX-VISION è l’erede ideale della RX-7 ultima serie. In altre parole, le forme aggressive e di bellezza drammatica hanno un impatto emotivo forte almeno tanto quanto l’illustre progenitrice. D’accordo, nell’ultimo decennio c’è stata anche la RX-8, ma con le sue strane portiere posteriori controvento non ha convinto tutti, mentre i 231 CV dichiarati per il suo Wankel aspirato erano fin troppo ottimistici. Occorreva utilizzare molto il cambio, con una brevissima corsa della leva, per ottenere prestazioni soddisfacenti. Ma in compenso l’assetto era da manuale e ci auguriamo con tutto il cuore di ritrovarlo sulla RX-VISION, perché ci piace pensare che verrà prodotta.
Gian Marco Barzan
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