La Conferenza sul Clima COP21 deve rimettere in discussione i trattati precedenti: bruciante la responsabilità dell’apparato ONU , giunto a un punto decisivo per salvare il pianeta.
Di fatto Parigi ha cominciato con le tensioni di una dimostrazione alla quale non è stato dato il consenso, ma con le sue ragioni ancora più complicato da controllare.
Tra preparazioni, rischio attentati e guardia stretta in un summit sul Clima che appare cruciale per il futuro del mondo.
COP21 si presenta come un passo di importanza assoluta per riuscire a ridurre a livello globale le emissioni di CO2 e tenere sotto controllo il riscaldamento del pianeta. È prioritario, anche ora visto che le previsioni non sembrano tranquillizzare. In meno di 20 anni si potrebbe arrivare a oltre 4,2 gradi di innalzamento della temperatura, nel migliore dei casi un rapporto di esperti delle Nazioni Unite pronostica +2 / 2,3°. Che comunque è indicato come valore “oltre limite sicurezza”, o zona pericolo.
Ambizioso ma necessario se si vuole preservare la vita sul nostro pianeta. In quest’ottica è indispensabile riflettere anche sul ruolo dei trasporti, settore responsabile di circa il 14% delle emissioni di gas ad effetto serra.
Il Presidente USA Obama ha ribadito l’importanza della collaborazione. E ha così aperto le danze: “Possiamo cambiare il futuro qui e adesso” – Rappresentante della prima economia mondiale e del secondo inquinatore, ha detto che gli Stati Uniti riconoscono quanto abbiano contribuito a creare il problema ma si prendono anche la responsabilità di fare qualcosa.
Del resto per troppo tempo hanno voluto giocare in proprio. Ma Obama questa volta sa che l’azione è urgente e va affrontata in modo globale. Obama ha però voluto presenziare anche all’incontro davanti alla sala concerti del Bataclan, teatro della strage di novembre, il “venerdì 13” parigino.
Ora, al COP21 l’ONU si aspetta che tutti i rappresentanti siano davvero capaci di lavorare in modo collaborativo. Gli interessi comuni devono riuscire a superare quelli personali.
La XXI Conferenza (COP21) per gli accordi delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è un po’ vista come l’ultima opportunità, la scelta definitiva per contenere i danni.
Dopo l’incontro inconcludente a Copenhagen 2009 (che avrebbe dovuto fissati il limite) a i 190 Paesi partecipanti a Parigi devono presentare delle strategie di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, e gran parte hanno dei piani da far accettare.
Sono mutate le situazioni e il livello di coinvolgimento dei Paesi. Gli asiatici dovrebbero essere diventati più consapevoli del’urgenza. Così la Russia e così ci si aspetterebbe dagli USA, che fino a ora hanno voluto giocare un po’ una partita indipendentista. Non c’è più tempo.
La Cina ha responsabilità in crescendo, ha un suo piano di impegno per limitare la quota di energia di origine fossile, ma sostanziale entro il 2030 (la Repubblica Popolare è oggi il maggior consumatore di carbone al mondo). L’India fa le bizze nell’accettare limitazioni, e come economia in via di sviluppo va in crescendo anche lo sfruttamento di energie non-eco.
Ai 100 miliardi di dollari annui ne sono stati aggiunti altrettanti nel programma di incentivo per i Paesi non virtuosi (o a dirlo in altro modo, mediamente più poveri, anche se il mediamente significa che a grandi numeri di popolazione corrispondono grandi numeri di aziende ricche, o ai vertici tra i colossi multinazionali).
La salvaguardia del clima come lo sviluppo di tecnologie verdi o di nuova generazione girano intorno ad argomenti basilari.
Fonti di energia
Rinnovabili – Combustibili Fossili – Nucleare – Idrogeno – Termoelettrico
Mobilità sostenibile
Emissioni inquinanti e trasporti – Biocarburanti – Incentivi al settore dei trasporti – Veicoli ad alimentazione elettrica – Auto ibrida – Auto a idrogeno – Fuel Cell – Modalità di ricarica auto elettrica
I messaggi sono spinti anche dal WWF , specie nel rafforzare azioni per l’efficenza energetica e le energie rinnovabili.
L’accordo, secondo il WWF, dovrebbe seguire le visuali più positive della comunità scientifica e ridurre le emissioni dei gas serra per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi . Parte degli scienziati considerano però il valore come utopistico: come dicevamo, stimare 2 gradi per il 2030 sarebbe secondo questa fazione già un successo. Ma ugualmente significa superare la soglia limite di sicurezza. Toccando quella di “alta probabilità di disastri naturali” con il coinvolgimento della temperatura dei mari e degli oceani.
Per evitare lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia serve rimanere nell’area 1,5-1,9, secondo il climatologo Jean Jouzel.
Record 2015 – Se vogliamo prendere per credibili i dati, il mese di Ottobre 2015 risulta essere stato il più caldo in 136 anni, da quando si hanno rilevamenti archiviati.
Effetti del cambiamento climatico in cui hanno un ruolo fondamentale anche il futuro delle città, i sistemi di alimentazione, la mobilità di nuova generazione.
Tutto questo va a cercare soluzioni in quel di Parigi – In una un’atmosfera tesa, tra dimostrazioni e una stretta radicale alle maglie della sicurezza. Un fatto è che l’allerta terrorismo va a integrarsi in un evento decisivo per la salute del pianeta.
Fabrizio Romano