Dragster Ford al SEMA – Il Cobra non è un serpente ma una Mustang potente
Al SEMA di Las Vegas, la più importante e folcloristica rassegna mondiale del tuning, Ford espone la Cobra Jet Mustang. Si tratta di un modello speciale, dedicato alle gare di accelerazione, che verrà realizzato in appena 50 esemplari.
Quando l’accelerazione ha un’ impennata
La Cobra Jet Mustang è in grado di percorrere i 400 metri con partenza da fermo in appena 8 secondi. Già, proprio 8 secondi, grazie al propulsore V8 5.0 litri Ford rielaborato con tanto di compressore volumetrico Whipple e un nuovo sistema di alimentazione. I tecnici Ford precisano, inoltre, che il 75% dei componenti proviene dalla Mustang GT, a riprova dell’assoluta validità della base di partenza. Certo, per raffreddare “i bollenti spiriti” del V8 ci è voluta la pompa dell’acqua di derivazione Ford C-Max Hybrid (che funziona anche a motore spento), mentre la trasmissione automatica è stata rinforzata. Infine, la Cobra Jet Mustang è omologata per partecipare alle gare di accelerazione della International Hot Rod Association, nonché della National Hot Rod Association Stock and Super Stock drag racing.
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“Sgomma americana”
Già la Mustang di serie ha un dispositivo che blocca le ruote anteriori, consentendo i burnout da fermo, ma la Cobra Jet fa molto di più generando tanto di quel fumo bianco “da far inorridire i fervidi sostenitori del Protocollo di Kyoto”. Non si tratta solo di semplice spettacolo, ma soprattutto di scaricare sulle ruote posteriori valori elevatissimi in termini di coppia e potenza (peraltro non dichiarati). In fondo la Cobra Jet ha “buttato alle ortiche gli abiti da granturismo (assai) veloce per indossare quelli da dragster”. E un dragster che non fuma dalle ruote deve essere ancora inventato.
“Drift, drift, Hurrà!”
La Ford Cobra Jet Mustang è tornata alla cara e vecchia sospensione posteriore a ponte rigido, in luogo del moderno layout a quattro leve e mezzo delle altre Mustang. Evidentemente l’assale rigido è più adatto alle fortissime sollecitazioni proprie di un dragster, ma soprattutto aiuta a generare lunghi sovrasterzi di potenza. E a quel punto il pilota si trasforma nel domatore di uno splendido ed esaltante “cavallo pazzo”.
Gian Marco Barzan
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