Alfa Romeo – Chi la cerca usata non cerca ” solo ” un’auto
Le auto usate sono sempre più ricercate tra gli utenti italiani. Ma chi cerca un’Alfa Romeo normalmente è un’altro tipo di automobilista. Chi vuole comprare un’Alfa Romeo di solito è alla ricerca di ricordi ed emozioni profondamente legati ad una delle auto del Biscione. Ognuno cerca un pezzo di passione differente. E ciascuno cerca il brivido che percepisce ogni volta che la vede per strada. Soffermiamoci sui modelli più ricercati secondo i la ricerca di AutoUncle.it
Giulietta JTDM
Berlina generalista dall’impronta sportiva, l’Alfa Romeo Giulietta ha una gamma di motorizzazioni Diesel abbastanza nutrita, che spazia dal 1.6 JTDM 105 CV al 2.0 JTDM 175 CV. La versione più gettonata è proprio l’entry level 1.6 JTDM 105 CV, da poco tempo uscita di produzione, che assicura buone prestazioni (0-100 km/h in 11”3/10 e 185 km/h) a fronte di consumi contenuti. Ai veri Alfisti consigliamo gli esemplari con assetto sportivo opzionale, in quanto quello di serie è sin troppo morbido. Ma la tendenza al sottosterzo, dovuta alla semplice geometria McPherson dell’avantreno, rimane anche se non crea nessun problema. Difetti? La visibilità posteriore è migliorabile, mentre l’interno non in tutti gli aspetti raggiunge gli alti livelli di qualità percepita riguardanti la progenitrice 147.
147 JTDM
Se siete disposti a “chiudere un occhio” sull’abitabilità piuttosto scarsa, l’Alfa Romeo 147 rimane ancora oggi una gran bella automobile tanto esteticamente quanto da guidare. A quest’ultimo riguardo, l’avantreno a quadrilatero alto (abbandonato dalla successiva Giulietta a favore del McPherson) allontana il sottosterzo e contribuisce agli alti valori di tenuta di strada, stabilità e maneggevolezza. Maneggevolezza favorita anche dallo sterzo molto diretto, che ha nell’eccessiva leggerezza l’unico difetto. Quanto alle motorizzazioni turbodiesel, i 1.9 JTDM 8 valvole 120 CV e 16 valvole 150 CV sono robusti, affidabili, piuttosto silenziosi e garantiscono prestazioni sportive. Riguardo i difetti, la frizione può diventare molto pesante da azionare tanto da richiederne la sostituzione, mentre la barra stabilizzatrice anteriore è spesso fonte di rumori affrontando i dossi. Infine, la 147 era realizzata sia in versione a 3 che a 5 porte. Quest’ultima è stata di gran lunga la più venduta.
159 1.9 JTDM – 2.4 JTDM
Sicuramente la 159 è, supercar a parte, la più bella Alfa Romeo degli ultimi 30 anni. La linea disegnata da Giugiaro con quel frontale “arrabbiato” a sei fari tondi, le fiancate snelle e muscolose e la parte posteriore ben raccordata, è ancora oggi attualissima sia riguardo la berlina che la Sportwagon. Per contro, giudicando con il metro odierno, gli interni appaiono invecchiati sotto il profilo stilistico e non esprimono certo l’alta qualità percepita di alcune concorrenti tedesche. Quanto ai motori Diesel, la prima 159 adotta il 1.9 JTDM 8 valvole 120 CV (un po’ fiacco), il 1.9 JTDM 16V 150 CV (il più riuscito) e il 2.4 JTDM 200/210 CV. Quest’ultimo, specialmente nella configurazione da 200 CV, è pigro ai bassi regimi e ha avuto in qualche caso problemi al filtro antiparticolato. Riguardo il comportamento su strada, nonostante il peso eccessivo la 159 dimostra di essere una delle migliori espressioni della progettazione Alfa Romeo di Arese. Merito di una serie di fattori che vanno dal binomio sospensioni a quadrilateri deformabili anteriormente- multilink posteriormente, alla distribuzione dei pesi tra i due assali particolarmente favorevole per una trazione anteriore. Risultato, la 159 ha tenuta, stabilità e handling da best in class. Senza dimenticare, infine, la qualità complessiva largamente superiore alla progenitrice 156.
MiTo 1.3 JTDM – 1.6JTDM
La MiTo, piccola coupé derivata dalla Punto, ha dei brillanti motori turbodiesel 1.3 JTDM e 1.6 JTDM con potenze che spaziano dagli 85 ai 120 CV. Da parte sua la versione 1.3 è già reattiva e divertente da guidare, complice il sistema Alfa DNA che permette di regolare i parametri di risposta motore, controlli elettronici e grado di servoassistenza allo sterzo. Ovviamente il 1.6 JTDM è “un altro pianeta” in termini di spinta, tanto è vero che il controllo elettronico di trazione “è chiamato a fare gli straordinari” quando si accelera forte nelle marce basse. Inoltre, sia il 1.6 che il 1.3 JTDM sono piuttosto silenziosi. Quanto al filtro antiparticolato, esso è di serie e non crea alcun problema. Infine, la MiTo è l’Alfa Romeo compatta più divertente da guidare degli ultimi vent’anni, indipendentemente dalla motorizzazione.
MiTo 1.4 benzina
Sul fronte delle motorizzazioni a benzina, l’Alfa Romeo MiTo propone unità che vanno dai 70 CV ai 170 della versione Quadrifoglio Verde. In questa sede analizziamo la più venduta, ossia la 1.4 78 CV realizzata soprattutto per la guida dei neopatentati. La prima serie della versione 78 CV adotta il 4 cilindri bialbero 1.368 cc a 16 valvole di origini Fiat, depotenziato, con un sistema di scarico specifico responsabile di un meraviglioso sound che richiama le Alfa di un tempo. Si tratta di un motore affidabile, ma dalla spinta convincente solo da 4.000 a 5.000 giri/min. a causa delle quattro valvole per cilindro da un lato, nonché della centralina elettronica che taglia la potenza dall’altro. Inoltre, qualche esemplare si è dimostrato piuttosto “assetato” d’olio motore. Decisamente migliore è il propulsore 1.4 monoalbero 8 valvole che, a parità di potenza (78 CV), ha sostituito il bialbero 16v dimostrandosi pronto ad ogni regime. Peccato solamente che questa versione sia priva del sistema Alfa DNA, ma in compenso permane l’Electronic Q2, ovvero un upgrade dell’ESP che simula efficacemente la presenza di un differenziale autobloccante.
147 1.6 T.Spark – 2.0 T.Spark
Declinato nelle cilindrate 1.600 e 2.000 cc, il motore Twin Spark della 147 ha la parte alta al 100% Alfa Romeo e abbina (unico al mondo) le quattro valvole per cilindro alla testata a doppia accensione. La versione entry level della 147 è la 1.6 T.Spark 105 CV, certamente non “un fulmine di guerra” in ripresa ma in grado di assicurare un’ottima elasticità di marcia e consumi piuttosto contenuti. In questo caso è necessario tenere conto che le candele d’accensione vanno sostituite ogni 60.000 km, anziché ogni 100.000 km come avviene sui T.Spark più potenti, ma in compenso non vi è il variatore di fase fonte di parecchi problemi. Salendo di categoria troviamo il 1.600 T.Spark 120 CV con variatore di fase (cagionevole), le candele al platino (sostituzione ogni 100.000 km) e il collettore di scarico specifico 4-2-1 in acciaio inossidabile. Inutile dire che con questo motore la 147 diviene molto più brillante rispetto alla versione 105 CV, come attesta lo 0-100 km/h coperto in 10”6/10, contro gli 11”3/10 della configurazione meno potente. Infine, il top di gamma è costituito dal raro 2.0 Twin Spark 150 CV che oltre alla testata a doppia accensione, le quattro valvole per cilindro e il variatore di fase, adotta i collettori di scarico a geometria variabile e gli alberi controrotanti di equilibratura. Ottime le prestazioni, con uno 0-100 km/h in 9”3/10. Da evitare, se possibile, le versioni con il lento cambio robotizzato Selespeed. Infine, è necessario tenere presente che la cinghia di distribuzione di tutti i Twin Spark va sostituta ogni 60.000 km, oppure ogni 5 anni. Precedentemente l’intervallo era ogni 120.000 km, ma prematuri e ripetuti cedimenti hanno indotto l’Alfa a più miti consigli.
156 Facelift 2003
La 156 ristilizzata da Giugiaro è, se vogliamo, ancora più bella rispetto all’originale soprattutto nella parte frontale. Per contro, proprio l’allineamento del cofano lascia spesso a desiderare e la carenatura dei fari tende nel tempo a opacizzarsi. All’interno la qualità percepita è nettamente migliore rispetto alla serie precedente, compreso un climatizzatore che finalmente funziona a dovere. Le versioni Diesel, declinate nel 4 cilindri 1.9 JTD 8 valvole 120 CV e 16 valvole 140 CV, nonché nel 5 cilindri 2.4 JTDM 175 CV, dimostrano una forte spinta lungo tutto l’arco dei giri e un’affidabilità a tutta prova. La scelta tra la 156 berlina e la Sportwagon è soprattutto questione di gusti, in quanto la “familiare” ha in pratica la medesima capacità di carico ma un pizzico di fascino in più. L’assetto conta su quell’eccellente abbinata fra il quadrilatero alto anteriore e il McPherson evoluto posteriore, in voga su molte Alfa del periodo, ma rispetto alle serie precedenti la “Giugiaro” è più incline al rollio e al beccheggio togliendo un po’ del piacere di guida. Infine, come nel caso della 147 la barra stabilizzatrice anteriore può diventare rumorosa.
156 1.9 JTD – 2.4 JTD (2000)
La prima serie dell’Alfa Romeo 156 vede il debutto su scala mondiale del Common Rail, sistema che equipaggia le unità 4 cilindri 1.9 JTD 105 CV (poi divenuti 115 e in seguito 120) e 2.4 JTD 136 CV. Entrambi i motori impressionano per la capacità di allungo, sconosciuta fino ad allora a qualunque altro propulsore a gasolio, ma anche per i consumi straordinariamente contenuti. Quanto all’assetto, la 156 prima serie ha regolazioni che prediligono la guida sportiva senza cedere troppo a rollio e beccheggio secondo una scuola di pensiero che, purtroppo, verrà tralasciata in parte sulle ultime edizioni. I difetti sono la solita barra stabilizzatrice che tende a diventare (troppo presto) rumorosa sullo sconnesso, ma anche uno strano climatizzatore che si accende a ogni avvio del motore e le finiture interne decisamente migliorabili. Anche in questo caso la scelta tra berlina e Sportwagon è questione di gusti, ma la “familiare” è ancora più stabile grazie al maggior peso al retrotreno.
GT 1.9 JTDM
Chiedete a un’Alfista “duro e puro” quale Alfa Romeo accessibile dell’era Fiat preferisca, che senz’altro vi risponderà GT. Sarà la linea firmata Bertone che accenna alla gloriosa Giulia Sprint GT del 1963, saranno il posto guida basso e raccolto e l’assetto di gran lunga il migliore del triunvirato 156-147-GT, fatto sta che il Coupé di Arese è ancora oggi amatissimo dagli appassionati. Tanto amato da aver fatto accettare senza alcun problema il primo turbodiesel su una sportiva Alfa, ovvero il 1.9 JTDM 150 CV. Motore che non può certo avere la “melodia” del V6 “Busso” 3.2 240 CV, al top della gamma GT, ma che mostra una spinta vigorosa e costante a ogni regime. E poi la GT, fattore più unico che raro per un coupé, ha cinque posti e anche per questo ha saputo affrontare e sconfiggere la sua concorrente in casa, ossia l’Alfa Romeo Brera. Misteri del marketing che ha imposto un dualismo del genere, con buona pace di quanti, in un improbabile confronto con il passato, sostenevano che la GT sta all’AlfaSud Sprint come la Brera all’Alfetta GTV.
Giulietta 1.4 Turbo Benzina
Fatto salvo il motore 1750 TBI al 100% Alfa Romeo che fa storia a se, le unità a benzina della Giulietta vertono sul 1.4 bialbero Turbo 105 e 120 CV, nonché sul 1.4 monoalbero MultiAir Turbo 170 CV. In dettaglio, la motorizzazione più richiesta è la 1.4 Turbo Benzina 120 CV e la sua grande affidabilità fa persino dimenticare l’origine “non Alfa Romeo”. Al riguardo, infatti, tale propulsore si ritrova tout court su Delta, Bravo, 500L e persino sul Doblò. Francamente non il massimo per la Casa di Arese in un quadro di esclusività motoristica, ma va detto che Giulietta è stata pensata come vettura generalista nell’ambito della filosofia “less is more”, con in mente più la Golf rispetto alla tradizione centenaria di un Marchio glorioso. Fortuna vuole che il vento dalle parti di Arese sia cambiato, come dimostra l’ultimissima Giulia, ma va comunque dato atto alla Giulietta di essere un’auto comoda, sicura (cinque stelle su cinque nei crash test EuroNcap contro le tre su cinque della 147) e molto affidabile. Certamente non sarà ricordata come “la più Alfa tra le Alfa”, ma è lo scotto da pagare quando la razionalità prevale sulla passione.
La redazione
La classifica aggiornata ci è stata forita da AutoUncle.it
Top Ten più ricercate
1) Giulietta Diesel
2) 147 Diesel
3) 159 Diesel
4) MiTo Diesel
5) MiTo benzina
6) 147 benzina
7) 156 Facelift 2003 Diesel
8) 156 Diesel prima serie
9) GT Diesel
10) Giulietta benzina
Giusto