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e-Golf – Se la Volkswagen è elettrica

Abbiamo testato per 15 giorni la e-Golf, una delle vetture più interessanti sul mercato. Ecco le nostre sensazioni.

La prova di un’auto spesso è frutto di qualche ora trascorsa alla sua guida nelle differenti condizioni, raramente di un uso quotidiano per un periodo di tempo prolungato. In questo caso, grazie alla disponibilità dell’ufficio stampa Volkswagen, abbiamo invece avuto la possibilità di utilizzare per 15 giorni di fila, come se fosse nostra, una vettura davvero particolare come la e-Golf, 100% elettrica.

L’automobile ci viene consegnata una mattina, ad Assago, presso la concessionaria dei fratelli Giacomel. Nel bagagliaio ha i canonici due fili, uno per la ricarica presso le colonnine, uno per quella casalinga.

A questo proposito, ci siamo preparati prima e abbiamo scoperto qualcosa di molto utile: non tutte le colonnine di ricarica che troveremo per la città saranno in grado di caricare la nostra e-Golf nel tempo previsto di un’ora e mezza per la carica massima (autonomia 190 km), alcune infatti vanno bene solo per il car sharing, altre sono compatibili con la nostra Golf ma hanno una carica più lenta, serviranno cioè 6 ore per un’autonomia completa. Potremo sempre comunque contare sul nostro box di casa, dove per fortuna abbiamo una comune presa elettrica, che in 12 ore sarà in grado di caricare completamente la macchina. Come per il telefonino, basterà metterla in carica la sera e trovarcela il mattino dopo pronta all’uso.

Accendere la e-Golf è un’esperienza da provare, perché come molte ibride in circolazione è completamente silenziosa. Una volta pigiato il piede sull’acceleratore la marcia è fluida e ha anche una buona ripresa. La sensazione di assoluto silenzio diventa però impressionante quando la velocità aumenta. Qui l’esperienza di guida si fa nuova.

La Golf sembra uno strumento del futuro, condurla non ha niente a che vedere con quello che abbiamo provato finora. Un esempio su tutti, non esiste il freno motore che insegnano a utilizzare tutte le scuola guida del nostro paese, anzi qui è importante frenare, perché a ogni frenata si ricarica un po’ la batteria.

La Golf va bene in ognuna delle tre modalità di guida, Normale, Eco ed Eco Plus, ossia la meno dispendiosa in termini di energia ma che non consente l’utilizzo del condizionatore e limita la potenza del propulsore a 75 cavalli rispetto ai 115 della modalità Normale. All’interno la comodità e l’ergonomia sono quelle tipiche della Golf, mentre esternamente i gruppi ottici a LED, i cerchi da 16” e i profili aerodinamici sono studiati in modo da ridurre l’attrito.Il risultato è che si fa davvero molta fatica a sentirla, e pedoni e ciclisti danno l’aria di non accorgersi della nostra presenza sulla strada.
Con il passare dei giorni ci abituiamo al fatto di dover mettere in carica tutte le sere la nostra Golf. In fondo non è così scomodo, il filo funziona perfettamente, in sicurezza, e l’unico neo è rappresentato dal doverselo portare sempre nel bagagliaio togliendo a quest’ultimo un po’ di spazio. L’altro neo che abbiamo riscontrato è la guida in autostrada.

Se in città una guida standard garantisce un utilizzo vicino a quello promesso dall’autonomia rilevata, in autostrada basta aumentare un po’ la velocità o imbattersi in un’improvvisa salita e il segnalatore dei chilometri rimasti scende in maniera vorticosa. Ergo, bisogna stare attenti a calcolare bene i propri movimenti se ci si programma una gita fuori porta, pena il rischio di rimanere a piedi.

Nel complesso però l’esperienza con la e-Golf è stata molto positiva, oltre le aspettative. La vettura è piacevole da vivere e molto facile da guidare, brillante in accelerazione e ideale nel traffico cittadino, dove tra l’altro può muoversi liberamente senza limitazioni anti inquinamento. Per una famiglia è ideale come seconda macchina e il prezzo, poco più di 37.000 euro, la rende raggiungibile per una fascia abbastanza allargata di potenziali acquirenti.

Marco Infelise

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