Formula E – lo sbarco di Jaguar
Formula E. Il marchio britannico dall’autunno 2016 sarà protagonista, con un proprio team, nella categoria elettrica della Fia, sede di importanti test tecnologici per il futuro.
Forse gli amanti della Formula Uno classica storceranno il naso, ma la sua parente a impatto zero sta avendo sempre più successo. Sia in termini di pubblico sia per la sua importanza come tavolo di test tecnologico. Ideata nel 2012 dalla FIA e dedicata ai veicoli elettrici, la Formula E ha visto al via della stagione 2015/2016 9 team tra i quali alcuni estranei al mondo tradizionale delle corse come il marchio Virgin di sir Richard Branson, altri storici come Renault che corre in partnership con e.Dams sotto l’egida nientemeno che di una leggenda della Formula Uno come Alain Prost, che ha messo pure suo figlio Nicolas alla guida. E proprio e.Dams è stata la vincitrice dell’ultimo campionato costruttori mentre tra i piloti ha trionfato un altro figlio d’arte, Nelsinho Piquet.
Altro nome famoso tra i driver della Formula E, quello dell’intramontabile Jacques Villeneuve. La Formula, criticata da molti perché non divertente a causa dell’assenza del classico rombo che solo un motore “normale” è in grado di garantire, rappresenta però un importante tester tecnologico in materia di elettrico, il vero e proprio contributo della Fia allo sviluppo del mercato in questo tipo di propulsione, che sta cominciando ora a sfondare a livello mondiale grazie a modelli di successo come la Nissan Leaf o la E-Golf.
Secondo uno studio di Ernst&Young, commissionato dalla stessa Fia, la Formula E è in grado, con il suo impatto mediatico, di sconfiggere molti dei pregiudizi che ancora penalizzano le auto elettriche, in particolare quelli sulle loro performance. Sempre secondo questo studio, la Formula E potrebbe inoltre aiutare a far vendere addirittura 77 milioni di veicoli a impatto zero nei prossimi 25 anni. Vorrebbe dire 900 milioni di tonnellate di CO2 in meno immesse nell’atmosfera (quelle che l’Italia emette in circa due anni) e 4 miliardi di barili di petrolio risparmiati. Per non parlare dei risparmi in termini di spesa sanitaria pubblica.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici della Formula, ogni team fa competere due piloti, ognuno dei quali ha a disposizione due vetture. Il format prevede le prove libere al mattino, seguite dalle qualifiche, nella tarda mattinata. Ciascun pilota utilizza entrambe le vetture e deve, come in Formula Uno, far segnare un tempo cronometrato. Dopo circa un’ora di pausa, necessaria a ricaricare le vetture, la gara si tiene nel tardo pomeriggio, e prevede un pit-stop obbligatorio per ripartire con una seconda vettura, con batteria carica. La durata delle gare è fissata attorno ai 45 minuti.
In questi giorni nel panorama elettrico c’è da registrare un’importante novità. Jaguar ha annunciato infatti il suo ritorno al mondo delle corse mondiale proprio con la Formula E. Nell’autunno del 2016, il marchio britannico entrerà nella terza stagione dell’emozionante campionato addirittura come produttore, con un proprio team. Il campionato permetterà al gruppo Jaguar Land Rover di progettare e testare le proprie avanzate tecnologie di elettrificazione in condizioni di performance estreme, processo che già ha visto lo sviluppo, per esempio, del concept ibrido C-X75, realizzato in partnership, per lo sviluppo tecnologico, con Williams Advanced Engineering. In pratica, un veicolo elettrico ibrido parallelo plug-in (PHEV) a trazione integrale, con il motore a più alta potenza specifica del mondo, e il primo telaio monoscocca in carbonio composito di Jaguar. Jaguar Land Rover oggi impiega oltre 8000 ingegneri ed è il più grande investitore del Regno Unito in ricerca e sviluppo in qualsiasi settore di attività. Il suo team in Fomula E sarà in grado di attingere a questa risorsa leader del settore, con gli ingegneri che lavoreranno a stretto contatto con la squadra operativa in gara.
Marco Infelise
L’elettrico si evolverà sempre più, è indispensabile per la nostra sopravvivenza che ci piaccia o no sarà così, risentiremo sui cd il rombo del 12 cilindri Ferrari o del 7 litri americano e fra 40 anni i vecchi diranno ahhhh ai miei tempi era tutta un’altra cosa, già fu traumatico il passaggio dall’aspirato 3000 al 1500 turbo ma poi il tempo guarisce ogni cicatrice.