In questi tre giorni il traffico dei mezzi privati di Milano è vietato dalle 10 alle 16 causa inquinamento atmosferico. Decisione presa sulla spinta delle famigerate polveri sottili, fuori soglia da ormai un mese. Come sovente capita in Italia, si è scelta la via più frettolosa e inadeguata per cercare di arginare un problema che andrebbe affrontato con ben altre iniziative.
A dimostrazione della scarsa efficacia del provvedimento, la prima giornata di blocco del traffico a Milano non solo ha visto invariati i valori delle polveri sottili, ma in alcuni casi si sono registrati addirittura incrementi, seppur lievi. Ma a suscitare interrogativi, a far “storcere il naso” è pure il fatto che l’accesso al capoluogo lombardo è vietato anche alle auto ecologiche. In altre parole, se hai una modernissima vettura Euro 6, oppure alimentata a GPL o a metano (quindi con emissioni di polveri sottili prossime allo zero), così come un veicolo ibrido del tipo Toyota Prius per intenderci non puoi circolare. Sono esclusi dal provvedimento solo i veicoli ibridi plug-in; inutile dire come questi ultimi si contino sulle dita di una mano. Infine, all’iniziativa hanno aderito alcuni comuni dell’hinterland milanese, con convinzione o meno, con lo spirito da yes man nei confronti della giunta di Milano o meno non sta a noi giudicare.
Che l’attuale giunta comunale di Milano faccia di tutto per penalizzare gli automobilisti, non è certo un mistero. Di esempi in tal senso ve ne sono a iosa, dalla famigerata Area C che “butta nel calderone” tutti i veicoli Euro 3, 4 , 5 e 6 (e che presto verrà estesa alle vetture ibride), alle aree 30 km/h “spuntate come i funghi” che rallentano esageratamente il traffico, da piste ciclabili discutibili come quella in strada da viale Marche a via Lunigiana (che toglie una preziosa corsia ai veicoli) agli autovelox puntati, guarda caso, ove vigono limiti ridicoli. Al riguardo, l’esempio lampante è rappresentato dall’apparecchio fisso posizionato sul cavalcavia del Ghisallo ove vige un limite di 70 km/h, quando potrebbe essere benissimo innalzato a 90 km/h.
Aggiungiamo due annotazioni. L’Italia rischia una maxi multa da un miliardo di euro da parte del’Ue proprio per il troppo smog. Così l’intraprendenza governativa (notizia fresca) arriva a prevedere soluzione di dubbia lucidità, tipo la riduzione della velocità in città: dai 50 ai 30 km/h. Nessuno ha loro spiegato che le emissioni non dipendono dalla velocità ma dal rendimento del motore? E che il miglor rendimento si ottiene sfruttando il più favorevole regime di coppia? Senza contare che impegnarsi a non superare un limite tanto risicato avrebbe il risultato di provocare code più lunghe con un considerevole aumento del traffico.
La redazione