Ogni minimo sospetto diventa una sciabolata sull’economia del brand e il suo buon nome. Lo abbiamo visto con Volkswagen (la quale ha avvisato che alcuni dati sono in via di revisione) o recentissimamente con altri marchi. Come Renault, che però ha cercato subito di rassicurare. Poi si vedrà. L’intero mondo dell’automotive sta vivendo la faccenda dei test come un incubo e ogni riferimento, ogni voce può avere effetti incontrollabili sui clienti.
Di fatto, il market ing e il management di alcuni Gruppi e produttori del mondo automotive scelgono a volte di mettere “le mani avanti” e dipanare ogni dubbio. L’immagine e il buon nome di famiglia vanno salvaguardati… di questi tempi.
E’ quanto ha fatto il Gruppo francese PSA (Peugeot, Citroen, DS) che ha diramato un comunicato breve ma molto esplicito, che vi riportiamo.
Questi test effettuati dall’UTAC avevano l’obiettivo di verificare la conformità dei veicoli in materia di emissioni di inquinanti. I risultati dimostrano la pertinenza delle scelte tecnologiche di PSA Peugeot Citroën in materia di trattamento delle emissioni inquinanti.
Questi primi risultati confermano, peraltro, l’efficacia del sistema di post-trattamento ‹‹BlueHDi›› composto dalla Selective Catalytic Reduction (SCR) posizionata a monte del filtro antiparticolato (FAP), che permette di trattare gli ossidi di azoto (NOx) emessi dai motori diesel. Questa tecnologia è impiegata dal 2013 su tutti i veicoli diesel Euro6 del Gruppo.
PSA Peugeot Citroën informa di non essere stata oggetto di perquisizioni da parte della DGCCRF”.