“ La sostenibile leggerezza dell’essere potenti ”
Entrambe sono decapottabili a due posti secchi con motore centrale, trazione posteriore e rapporto peso-potenza inferiore ai 4 kg/CV. Stiamo parlando dell’Alfa Romeo 4C Spider e della Porsche Boxster Spyder, vere e proprie sportive estreme che abbiamo messo a confronto.
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Per ottenere il fatidico valore inferiore ai 4 kg/CV, Alfa Romeo e Porsche hanno percorso strade differenti. In dettaglio, l’Alfa 4C vanta la monoscocca in fibra di carbonio che, assieme ad altri materiali leggeri, contribuisce a contenere il peso a secco in appena 940 kg. Il tutto abbinato al motore 4 cilindri bialbero Alfa 1.750 con sovralimentazione turbo, eroganti 240 CV a 6.000 giri/min.. Quanto basta ad assicurare lo scatto da 0 a 100 km/h in 4”5/10, complice il rapidissimo cambio Alfa TCT a doppia frizione (130 millisecondi nei passaggi alle marce superiori) con Launch Control.
Al volante dell’Alfa Romeo 4C, il motore 1.750 TBI impiega veramente poco a entusiasmare il guidatore. E non è solamente questione di un sound “che più Alfa di così non si può” (con gli scarichi di serie), ma anche della progressione forte e costante a partire da regimi appena oltre il minimo fino ad arrivare al limitatore. In altre parole, il ritardo del turbo è praticamente assente ma per contro si ha la sensazione di arrivare fin troppo presto a oltrepassare il regime di potenza massima, dando l’errata percezione di uno scarso allungo. Infine, tale motore è perfettamente coadiuvato dal cambio Alfa TCT, il cui unico difetto è di avere le levette solidali al volante con il rischio di confondersi nelle rotazioni oltre i 90°.
Il layout sospensivo a doppi triangoli sovrapposti all’avantreno, associato al McPherson evoluto al retrotreno, l’elettronica di controllo completamente disattivabile e l’assenza del servosterzo dell’Alfa Romeo 4C Spider, fanno presagire una guida entusiasmante nelle curve. Ipotesi che viene ampiamente confermata, a patto d’imparare a conoscere per gradi la vettura, magari sulle prime lasciando attiva l’elettronica dell’Alfa DNA su Dynamic. Quanto al sottosterzo da alcuni segnalato, semplicemente deriva dal non saper guidare, oppure dal non riuscire a interpretare a dovere il comportamento della 4C anticipando troppo l’apertura dell’acceleratore. In sintesi, la Spider Alfa è come un cavallo purosangue che percepisce un fantino non alla propria altezza e che fa di tutto per disarcionarlo. Quando però il pilota è esperto e sensibile, la 4C “curva alla velocità del pensiero” senza sottosterzo e con una piacevolissima tendenza al sovrasterzo di potenza. Tendenza, questa, da sperimentare esclusivamente in pista, anche perché stante l’assenza del servocomando lo sterzo non è propriamente direttissimo, senza dimenticare che sul dritto tale comando risulta sempre troppo nervoso.
Dal punto di vista stilistico, l’Alfa Romeo 4C Spider è modernissima, affascinante e ha quel tocco da 33 Stradale Anni 60, a rimarcare il legame con il glorioso passato e l’impostazione con motore centrale. La Porsche per parte sua riesce a essere un omaggio sia alla Carrera GT, sia alla 356 Speedster di un tempo lontanissimo, senza per questo rinunciare alla modernità. Inoltre, la Boxster guadagna in termini estetici essendo più slanciata rispetto alla rivale. Quanto agli interni, semplicemente non c’è storia, poiché nonostante un abitacolo improntato all’essenziale la Porsche vanta comandi dedicati e rivestimenti raffinati che innalzano non poco la qualità percepita.
Gian Marco Barzan
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