Omicidio stradale – Ennesimo assurdo ritardo
Non sono bastati quattro passaggi, due alla Camera e due al Senato, per portare a compimento la legge sull’ omicidio stradale. Ieri, infatti nei minuti conclusivi, l’approvazione di un emendamento dell’opposizione ha affossato la legge che, pur approvata, dovrà tornare a Palazzo Madama.
Questioni di lana caprina
In sostanza, l’emendamento di FI che ha rispedito la legge al Senato riguarda la modifica della norma che prevedeva l’obbligo di arresto anche per i conducenti che si fermavano per soccorrere la vittima. In dettaglio, l’emendamento approvato recita: ” il conducente che si fermi e, occorrendo, presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona, mettendosi immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall’incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose non è soggetto all’arresto stabilito per il caso di flagranza di reato”.
L’ennesimo rallentamento della legge sull’ omicidio stradale ha fatto, giustamente, infuriare le associazioni che da anni combattono per la sua approvazione. Citiamo, al riguardo, una parte del comunicato stampa di ASAPS (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale) che condividiamo appieno: “Consideriamo questa una gran brutta giornata per la politica, per di più aggravata da quella offensiva e incomprensibile esultanza dei parlamentari dell’opposizione, quasi che la loro squadra avesse segnato un gol! Ma forse non si sono resi conto di avere segnato un gol nella porta dei familiari e vittime della strada e di associazioni come ASAPS che si stanno spendendo da anni sul versante della sicurezza. In compenso esulteranno i pirati e i conducenti confidenziali con alcol e sostanze e quelli del piede di piombo sull’acceleratore”.
“L’Italia che gira al contrario”
Il famigerato emendamento è stato approvato con lo scrutinio segreto, una pratica che mai come in questo caso ha dato la sensazione di una mancata assunzione di responsabilità, del “non metterci la faccia” per dirla in parole povere. E il disappunto cresce a dismisura considerando come nei giorni scorsi sia stata approvata la depenalizzazione della guida senza patente. Quest’ultima, un’iniziativa assai discutibile proveniente dalla maggioranza di Governo. Insomma, in quest’ultimo periodo né la destra, né la sinistra dimostrano una politica realmente efficace in termini di sicurezza stradale, adottando provvedimenti potenzialmente controproducenti.
E citando una canzone del Grande Giorgio Gaber, la domanda è: “ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?”
È da farla subito senza più lungaggini
Che vergogna!
Girando con scorte e auto blu guidate da autisti spesso incapaci e prepotenti, è ovvio che non si rendano conto di quale disastro ogni anno in Italia viene realizzato dall’assenza di sicurezza stradale, incluse leggi più intelligenti.
Fino a quando non capiterà anche a loro, e mi auguro che possano avere le stesse disabilità che un demente a retromarcia, mentre era al cellulare, mi ha provocato per sempre.Soprattutto lo stesso trattamento nei tribunali italiani: grazie proprio alla destra e a Berlusconi i tempi di prescrizione furono abbreviati per non mandarlo in galera, ma tutti noi italiani che aspettavamo una giustizia quasi certa dall’inizio? Alla fame, senza più niente e disabili gravi, ciechi del tutto nonostante un casco integrale, e mezzi sordi per completare l’opera. La sinistra? Morta da decenni, vive solo la solidarietà tra assicuratori, avvocati e giudici, soprattutto molta omertà, la vera piaga di questa nazione.
Mi auguro che questi ritardi si possano riversare come un boomerang verso chi finora li vuole: senza niente come me e migliaia di altri italiani, devono rimanere! E quando dico niente, non è solo povertà, ma anche la dignità che ignoranti italioti calestano quotidianamente, solo perché ho sostituito una moto al cane guida: sono disgustata, come me tutti gli altri sopravvissuti, quelli che non fanno numero, perché non siamo morti.
Destra o sinistra? In questo caos totale possono applicare la regola “dividi et impera”, e chi muore per strada non sono mai loro. Morire significa anche lasciare la propria vita attaccata all’ultima che riesci a vedere, prima che uno a retromarcia ti spenga la luce per sempre: lui ancora guida, gli fecero solo una multa, io in prescrizione per via degli assurdi ritardi e rinvii delle udienze: SCHIFO!!
Non si accorderanno mai. Troppe controversie