E’ molto più di una speranza quella di non trovarsi ad assistere ai pericolosi colpi di coda del Diesel-gate aperto dall’affaire VW. Sarebbero colpi durissimi per economia, mercato, posti di lavoro. Si aspetti prima di gridare ancora allo scandalo. E confidiamo che per Renault sia solo questione di controlli.
I dati commerciali sono stati divulgati con fierezza. Con particolari meriti per Clio e Captur.
A rovinare un po’ la festa, la notizia che di primo impatto qualche preoccupazione la può suscitare. Su segnalazione di enti di controllo, la Polizia francese ha effettuato verifiche e perquisizioni in vari impianti produttivi Renault. Le investigazioni poggerebbero sull’ipotesi che qualche serie di motori Diesel del Gruppo francese possano essere stati equipaggiati con un software in grado di eludere i controlli sulle emissioni. Qualcosa di simile, insomma al “by-pass” che ha provocato lo scandalo Volkswagen.
Il fatto parrebbe però alquanto strano considerando i comportamenti e le iniziative sostenuti da Renault. E non solo per l’impegno nel campo dell’elettrico (con l’alleato Nissan).
Sulla scia della COP21 (e lo stato di allerta per il trauma vissuto dall’industria automobilistica) Renault ha dichiarato di voler accelerare i progressi tecnologici per la protezione ambientale.
Ha più volte voluto chiarire che i veicoli Renault non sono equipaggiati con software-truffa o sistemi di manipolazione delle centraline antinquinamento, e che i suoi veicoli Renault sono stati omologati nel rispetto delle normative. Anzi, ha sostenuto rilevanti margini di progresso riguardo alle emissioni di ossidi di azoto (NOx) in condizioni reali di utilizzo. Complice, un sistema EGR (ricircolo dei gas di scarico) migliorato in utilizzo da Luglio 2016 e progressivamente integrato sulle auto in uscita dagli stabilimenti.
Nel contesto del programma, Renault aveva previsto e promesso di investire un budget supplementare di 50 milioni di euro. Proprio per ridurre in modo significativo il divario tra emissioni reali ed emissioni regolamentate.
Renault, da parte sua, ha già voluto mettere in chiaro le circostanze. Per esempio che a seguito dei fatti e dei timori sui software e device capaci di alterare i risultati dei test, il governo francese ha istituito una Commissione tecnica indipendente (Commissione Royal). Il suo scopo è di verificare che i costruttori francesi non abbiano utilizzato software equivalenti.
Di fatto, è bastata la diffusione della notizia sulle verifiche e perquisizioni per far perdere al titolo Renault quasi il 19% in Borsa a Parigi.
L’UTAC sta attualmente testando 100 veicoli in circolazione, di cui 25 di Marca Renault, la quale vuole essere assolutamente collaborativa con le autorità francesi.