Presentata in contemporanea a Torino, Arese, Parigi, Madrid e Francoforte, la rinnovata Alfa Romeo Giulietta si ispira al nuovo corso stilistico del Marchio milanese inaugurato con la Giulia. La novità più interessante è costituita dalla versione 1.6 JTDm 120 CV con cambio automatico Alfa TCT.
Come anticipavamo poc’anzi, la Giulietta esalta il family feeling stilistico con la Giulia, come si evince da alcuni elementi esterni quali l’inedita calandra con griglia a nido d’ape, nonché il paraurti anteriore che richiamano il leggendario trilobo frontale. Allo stesso modo il font della scritta Giulietta, collocata posteriormente a destra, è lo stesso utilizzato per la Giulia, al pari del rinnovato logo del Marchio. I proiettori bruniti, i nuovi inserti sui paraurti, gli inediti cerchi in lega e i terminali di scarico obliqui completano le novità estetiche. La versione Giulietta Veloce, la più sportiva della gamma che sostituisce la Quadrifoglio, presenta una caratterizzazione estetica ancora più evidente. A tale riguardo, infatti, spiccano i nuovi paraurti sportivi con profili Rosso Alfa (sinceramente sin troppo vistosi), i proiettori con trattamento carbon look e la finitura lucida su calotte degli specchi, maniglie e cornice della calandra e dei fendinebbia.
Gli interni dell’Alfa Romeo Giulietta sono variati poco, mantenendo discutibili concessioni al carry over proveniente da modelli meno prestigiosi, come dimostrano le levette devioluci e tergicristallo della Fiat Punto, nonché lo schermo del sistema Uconnect “preso in prestito” dalla Fiat 500 L. E’ doveroso però dare atto come la qualità percepita sia decisamente migliorata, grazie per esempio ai nuovi sedili sportivi con poggiatesta integrato rivestiti in pelle e Alcantara, impreziositi dalle cuciture a contrasto e la scritta Alfa Romeo sui poggiatesta, al pari di inediti allestimenti. A quest’ultimo riguardo la versione d’ingresso, chiamata semplicemente Giulietta, porta al debutto sedili in tessuto grigio/nero, inserto plancia nero opaco, volante in pelle e inserti neri per tunnel e maniglie interne delle portiere. Ancora più decisa la personalizzazione dell’allestimento Super che si contraddistingue per i sedili in tessuto grigio/nero con trama a cannelloni, tipico stilema dei sedili Alfa Romeo. Infine, a richiesta è possibile dotare entrambi gli allestimenti con i raffinati sedili in pelle pregiata.
“Un colpo da maestro” è rappresentato dal nuovo motore 1.6 JTDm 120 CV, abbinato al cambio automatico Alfa TCT a doppia frizione. Così equipaggiata, la Giulietta accelera da 0 a 100 km/h in 10”2/10, raggiunge 195 km/h di velocità massima e fa segnare un consumo medio di 3,9 l/100 km nel ciclo combinato (103 g/km di CO2). In dettaglio, la trasmissione Alfa TCT funziona in modalità sia completamente automatica sia sequenziale. Quest’ultima è attuabile tramite la leva centrale (va tirata per salire di rapporto e spinta per scalare), mentre a richiesta sono disponibili anche le levette al volante. Presente, come sempre, il sistema Alfa DNA con tre modalità di guida differenti.
Riguardo le motorizzazioni a benzina, la versione d’attacco è costituita dal 1.4 bialbero Turbo da 120 CV. Conseguentemente, sparisce la versione depotenziata a 105 CV che evidentemente non era in linea con la rinnovata immagine di sportività e alte performance dell’Alfa Romeo. Salendo di categoria troviamo le motorizzazioni 1.4 Turbo Multiair 150 CV, 1.4 Turbo Multiair 170 CV TCT e 1750 Turbo Benzina 240 CV TCT. Inoltre, il 1.4 TB 120 CV è disponibile anche con doppia alimentazione (GPL e benzina). Tornando a trattare dei turbodiesel, oltre al succitato 1.6 JTDm 120 CV, con cambio manuale o automatico TCT, figurano il 2.0 JTDm da 150 CV e il 2.0 JTDm TCT da 175 CV.
L’allestimento top di gamma della Giulietta è il Veloce, che sostituisce il precedente Quadrifoglio (il quale sarà riservato solo alle Alfa ad altissime prestazioni, come la Giulia con motore Ferrari) ed è abbinato al motore 1750 TBI 240 CV. In dettaglio, spiccano le sospensioni sportive con set-up specifico, minigonne, paraurti sportivi con profilo rosso Alfa, cerchi in lega da 18”, impianto frenante maggiorato Brembo con pinze rosse a 4 pistoncini e terminali di scarico maggiorati. All’interno figurano i sedili in pelle e Alcantara con cuciture a contrasto, nonché poggiatesta integrato con scritta Alfa Romeo, pedaliera in alluminio, modanature grigio opaco, volante sportivo tagliato con cuciture rosse e carbon look per contorno plancia e pannelli porte.
Riassumendo, appare apprezzabile come sulla Giulietta si sia posto l’accento sul piacere di guida e la sportività tipicamente Alfa Romeo. Un bel passo avanti rispetto al 2010, quando fu lanciato il modello con in mente di fare della Casa milanese un costruttore generalista e la filosofia less is more, evidenziando più la capacità del bagagliaio e il comfort rispetto al vero dna Alfa Romeo. Dna che vede le vetture di Arese con prestazioni globali superiori a ogni concorrente diretto, sospensioni raffinate, eccezionale rapporto peso-potenza e trazione posteriore. Tutti aspetti di cui la nuovissima Giulia si è rimpossessata, dopo che Sergio Marchionne ha deciso di tornare a realizzare vere Alfa Romeo, ma che fino a prova contraria non sono patrimonio della Giulietta. Le sospensioni convenzionali McPherson anteriori e a due bracci posteriori, la trazione anteriore, un motore (eccellente peraltro) come il 1.4 Turbo Benzina 120 CV in comune con il Fiat Doblò parlano chiaro al riguardo. In sintesi, la Giulietta è un’auto bella e sicura, confortevole e veloce ma (esclusa in parte la 1750 TBI) non è certo “la più Alfa delle Alfa”. Questione di filosofia originaria che non può certo mutare in un restyling, peraltro riuscitissimo.
Gian Marco Barzan
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