Jaguar XE 2.0d 180 CV AWD – Test drive : piacere di guida integrale
La berlina Jaguar del Segmento D si arricchisce della trazione integrale, disponibile sulle versioni 3.0 V6 a benzina supercharged 340 CV e 2.0d 180 CV. Quest’ultima è oggetto del nostro test su strada.
Normalmente la trazione è posteriore
Il sistema AWD Jaguar è dotato dell’Intelligent Driveline Dynamics (IDD), una sofisticata tecnologia di controllo sviluppata e calibrata direttamente dalla Casa di Coventry, nonché adottata per la prima volta sulla F-Type AWD. In normali condizioni di guida, tutta la coppia è inviata al retrotreno a pieno beneficio dell’agilità. Agilità perfettamente comparabile con quella della XE a trazione posteriore. Inoltre, quando l’IDD rileva l’approssimarsi della mancanza di aderenza alle ruote dietro, esso provvede a trasferire parte della coppia all’avantreno in appena 165 millisecondi. Infine, l’IDD ha un “dialogo” costante con il Dynamic Stability Control (DSC), il quale può essere escluso solo parzialmente.
Sicura e neutra nelle curve
Come abbiamo potuto sperimentare su una strada di montagna parzialmente innevata, la Jaguar XE 2.0d AWD infonde un senso di sicurezza notevole tra le curve. In pratica il comportamento è sempre neutro, senza quindi inopportuni allargamenti di traiettoria da parte del retrotreno o dell’avantreno. Lo sterzo per parte sua è diretto e garantisce un feedback ottimale al pilota che sa sempre quanta aderenza ha a disposizione. Evidentemente l’equipe guidata da Mike Cross ha compiuto un gran bel lavoro, tanto è vero che la XE AWD non teme nessun confronto nelle curve con le sue rivali. Anzi, diciamo pure che tenuta di strada, stabilità e handling sono da best in class.
Motore Ingenium e cambio ZF: binomio perfetto
Anche in questa variante a trazione integrale della XE, il motore 2.0 turbodiesel Ingenium da 180 CV mostra una grinta non comune e porta ad accelerare da 0 a 100 km/h in appena 7”9/10. Come se non bastasse, alle velocità sostenute il propulsore rimane silenzioso come si conviene a una berlina Jaguar di tale prestigio. Va anche sottolineato come il 4 cilindri Ingenium sia molto ben assecondato dal cambio automatico ZF a 8 rapporti, sempre puntuale nello snocciolare le marce sia a salire che in scalata. Peccato solamente che la funzione manuale sia demandata alle sole levette al volante, con il rischio di confondersi nelle rotazioni oltre i 90° del volante stesso. Ma questo è un difetto trascurabile, al pari degli interni che hanno un aspetto un po’ freddino per conquistare appieno e i gruppi ottici posteriori dallo stile ben poco Jaguar. Peccati veniali, bene inteso, facilmente risolvibili al primo aggiornamento.
Gian Marco Barzan
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