America in Formula 1- La sfida riparte
Il grande circus delle monoposto ai nastri di partenza. Quest’anno con una rilevante novità sulla squadre in griglia. C’è anche un team statunitense nei box 2016. America in Formula 1 – ritorno dopo trent’anni (tempi della Haas Lola), e a mezzo secolo dalla “prima volta” (All American Racers di Dan Gurney, storico pilota che nelle vittorie cominciò a stappare bottiglie di Champagne e spruzzarle in giro, gesto divenuto un rito sportivo).
Se ne è parlato, ma non moltissimo per la portata dell’evento. La sfida epocale viene dalla Haas con la sua VF -16 .
La Haas fondata da Gene Haas (co-fondatore della scuderia dei campionati NASCAR) ha sede a Kannapolis, Nord Carolina (anche se la base logistica per l’Europa è nel Regno Unito, a Banbury).
C’è tanto di italiano nella vettura, considerando che il telaio è stato prodotto dalla Dallara e che la power unit è della Ferrari.
Il rapporto stretto instaurato dagli americani con Maranello aveva suscitato qualche polemica (e invidia); qualcuno vedeva il pericolo di prove e test più approfonditi con larga aggiunta di capitali a disposizione. Ma è tutto regolare, soprattutto per la FIA.
Anzi, in realtà la Haas aveva l’OK per partecipare già al Campionato 2015, poi decise di puntare lo sviluppo sulla monoposto del Campionato Formula 1 2016.
L’impostazione base dell’assetto, il gruppo trasmissione, i radiatori a “V”, le basi delle forme: molte cose parlano della “rossa” Ferrari.
Ma il direttore tecnico della Haas Rob Taylor (già capo progettista di Red Bull) e il suo team di aerodinamici hanno voluto e saputo mettere la propria firma sulla VF-16, dargli una propria personalità, anche azzardando nelle scelte. I bracci delle sospensioni e le carenature fanno sembrare il muso più dimensionato, e il posteriore per quanto assottigliato si stringe meno di quello Ferrari e usa alette e feritoie in modo diverso.
La guida della Haas è affidata a Romain Grosjean e Esteban Gutiérrez. L’impressione è che gli americani vogliano esordire con un team almeno da metà classifica. Magari “affondando” qualche sorpresa.
Nei test sono stati ravvisati, tra le prime problematiche, cedimenti di elementi del comparto sospensioni dell’avantreno, non tali da compromettere la sicurezza o fermare la monoposto in pista, ma l’affidabilità ha ovviamente la priorità nella messa punto. L’aerodinamica sembra dire che le idee alternative funzionano abbastanza bene. Proprio il “trattamento” dei flussi potrebbe compensare altri punti deboli.
E se la tecnologia Ferrari sarà sfruttata al meglio potremmo assistere ad una “new entry” di grande effetto. Ammettiamo, siamo tutti un po’ curiosi !
Per forza! La la power unit è della Ferrari!
Forza ferrari!