Ferrari sulle ali di Icaro nei test F1
La conclusione della fase di test dicono che è tempo di tirare le prime somme in vista del primo GP in programma il 20 marzo in Australia. C’era molto ottimismo sulla nuova Ferrari . Ottimismo in parte giustificato dai risultati della prima settimana di collaudi nella quale la SF16-H è stata la vettura più veloce a sfrecciare sul circuito di Montmelò.
Premesso che, vale per tutti lo stesso discorso, si è trattato soltanto di test e quindi non è il caso di drammatizzare se qualcosa è andato storto così come non vale la pena di festeggiare se le performance sono state notevoli. Inoltre prima del GP del Bahrain non si capirà molto di più circa i reali rapporti di forza in campo. Questo perché in Australia le condizioni della pista sono talmente particolari che le sorprese potrebbero non essere più tali fin dalla seconda gara, in Bahrain appunto, per la semplice ragione che questa pista ha curve veloci, staccate durissime e accelerazioni importanti.
Ergo, da qui si capisce meglio come finirà la stagione. In Spagna tuttavia si è intravisto qualcosa. E i test hanno detto che la Ferrari a lungo è stata più veloce della Mercedes che rimane però la vettura più forte sulla lunga distanza. Il gap però è colmabile.
A un certo punto, in Spagna si è cercato di lavorare a caccia della prestazione migliore; lo dimostra l’uso massiccio di gomme ultramorbide, quelle da un secondo in meno al giro, e nelle simulazioni varie. Sono rimasti fermi per problemi tecnici (normale in questa fase) e persino i due piloti Ferrari, Vettel e Raikonnen, hanno speso parole di elogio sulla macchina, più guidabile rispetto alla versione precedente e reattiva all’anteriore. Merito della nuova sospensione anteriore push rod, puntone, che favorisce la sensibilità dei piloti attuali. La strada sembra essere quindi quella giusta sebbene la Mercedes continui a far paura.
Nella prima settimana le Frecce d’Argento hanno macinato una quantità di chilometri impressionanti, dimostrando una affidabilità senza paragoni, ma soprattutto dando l’impressione di avere ancora un enorme margine sulla concorrenza. A discapito della rossa ci sono quindi i pochi km percorsi nei test (1643 contro i 3142 della Mercedes, cioè in quattro giorni i tedeschi hanno percorso 1500 km in più, il doppio in pratica) e qualche cedimento sospetto. La squadra di Brackley nei test di Barcellona ha totalizzato la bellezza di 675 giri al giorno, con il record di 185 tornate nell’ultima giornata utile.
Vero che poi c’è anche il cronometro e che i tempi dicono Ferrari : Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen sono stati rispettivamente primo e terzo nella classifica generale dei tempi della quattro giorni del Montmelò. Quanto bastava per accontentare i media ed alimentare speranze più o meno fondate. Si diceva: veloci sì, ma a che prezzo? Con quanta benzina? Con che gomme? Troppe domande alle quali è difficile rispondere adesso. Ma la Ferrari a Barcellona ha anche dimostrato anche qualche problema di gioventù. Ufficialmente problemi di pescaggio benzina e ai radiatori, diretta conseguenza dell’aggressività concettuale della nuova Rossa, vettura dall’aerodinamica più spinta e quindi dalle componenti interne totalmente ripensate. Alcuni difetti strutturali che rendevano forse la corsa per il titolo un’impresa a cui credevano solo pochi inguaribili ottimisti.
Qualcosa è però cambiato la scorsa settimana. La notizia vera è che la Mercedes si è fermata. Per la prima volta. Mentre la Ferrari ha continuato a sfrecciare più veloce di tutti.
Che si possa trattare di un episodio isolato o di un vero e proprio campanello d’allarme per la scuderia tedesca e di una speranza in più per la Rossa , al momento non è dato saperlo. E’ accaduto nell’ultima giornata di collaudi, venerdì: Lewis Hamilton ha arrestato la macchina sul rettifilo principale, nella via di fuga laterale situata dopo l’uscita dai box (pare per un problema di trasmissione), curiosamente laddove Raikonnen aveva parcheggiato la sua rossa due giorni prima.
Sino a quel momento l’attuale campione del mondo aveva realizzato 69 tornate girando costantemente con gomme medie. Intanto la Rossa si è confermata davanti a tutti: anche nell’ultimo test Vettel ha fermato il cronometro davanti a tutti in 1’22’’852, con 0’’282 di vantaggio sulla Toro Rosso di Carlos Sanz. Terzo posto invece per Felipe Massa con la Williams che ha girato con 0’’792 di ritardo; solo quinto invece Hamilton. Uno scricchiolio che per i sostenitori Ferrari potrebbe voler dire qualcosa. Ovvero che il team di Barkley non è così lontano.
Per il resto, sono arrivate risposte importanti sul piano dell’affidabilità lavorando sulla misurazione dei flussi aerodinamici e alternando pneumatici di mescola Medium, compresi quelli “prototipo” messi a disposizione da Pirelli, con Soft, Super Soft e Ultra Soft. Esperimenti importanti anche sull’assetto con carichi di benzina variabile ed è stato portato all’esordio il prototipo Halo (l’aureola), struttura tubolare in carbonio montata nella parte anteriore del telaio, a protezione della testa del pilota, studiata con la Federazione Internazionale per rendere più sicuri gli abitacoli delle Formula 1.
Vettel si sente “prima guida” e Raikonnen fa il miglior tempo dell’intera sessione, ottenuto giovedì, con 1’22’’765. Speranze più o meno infondate che però non possono celare una sacrosanta verità: la Ferrari c’è e darà battaglia fino alla fine. Mercedes permettendo.
Andrea Sicuro