La prima tappa del Motomondiale dice, intanto, che chiunque voglia vincere il titolo dovrà confrontarsi con l’attuale campione iridato. Jorge Lorenzo detta legge e vince davanti a Dovizioso e Marquez il GP del Qatar che apre l’era del nuovo fornitore di pneumatici e dell’elettronica unica. Come a voler dire, cambia la base di appoggio (dalla Bridgestone alla Michelin) ma il risultato finale non cambia: vince sempre il maiorchino che anche con le gomme francesi riesce ad imporre la sua guida pulita. Magari meno scenografica ma evidentemente efficace.
C’è da dire però che il Martillo non ha avuto vita facile dovendo dapprima rincorrere le Ducati e poi reggere alla distanza gestendo il degrado delle gomme, vera incognita della gara, anche alla luce delle differenti scelte fatte dai team con le due Ducati e Vinales su soft avanti e dietro, Marquez e Rossi dura e media mentre Lorenzo ha optato per hard e soft.
Se dalle parti dei sostenitori di Valentino si parla di delusione, non è solo perché non sia riuscito a rivaleggiare in testa, ma perché sia rimasto fuori dal podio: solo quarto nel GP che ha inaugurato la “stagione del riscatto” da molti preteso o dato per scontato dopo la beffa mondiale dello scorso anno. A Losail non è mai stato davvero protagonista rimanendo lontano dalle posizioni che contano.
Pensare che nel 2015 qui in Qatar il Dottore aveva inaugurato la stagione con una vittoria mentre quest’anno non è riuscito nemmeno a raggiungere il podio (cosa successa solamente tre volte lo scorso anno).
Ottima la performance di Andrea Dovizioso, primo degli italiani, bravissimo a sfruttare i cavalli del suo super motore Ducati e a vincere il corpo a corpo con Marquez che all’ultimo giro si è dovuto arrendere ai cavalli della GP16. Tra gli altri nostri connazionali, Iannone cade invece dopo un buon avvio. Quinto Pedrosa, sesto Vinales con Suzuki davanti alle due Tech3 Yamaha di Pol Espargarò e Smith. Nono Barberà mentre Redding ha chiuso la top- ten con la Pramac Ducati. A punti anche l’Aprilia con Bautista. Cadute, oltre che per Iannone, anche per Crutchlow, Bradl e Baez.
Un peccato di frenesia ed ingenuità che costa il ritiro al nostro connazionale. La battaglia si fa quindi più serrata: al nono giro Lorenzo prende la vetta mentre il duo Marquez- Rossi rimane dietro. A otto tornate dalla fine Valentino si fa sentire compiendo il giro più veloce ma è soltanto un fuoco di paglia che non crea le premesse di una vera e propria rimonta. Davanti Lorenzo detta i ritmi della gara con tanto di record di pista al penultimo giro (1’ 54’’ 927!) e si gareggia soltanto per completare il podio.
Marquez tenta il guizzo ma Dovizioso non si fa intimorire strappando un bel secondo posto. Lo spagnolo si deve invece accontentare della medaglia di bronzo mentre Rossi, lontano per tutta la gara dalle posizioni di vertice, deve masticare amaro. Tutti quanti però devono inchinarsi allo strapotere di Lorenzo, il cannibale che non ha intenzione di abdicare.