Silenzio elettrico pericoloso – arrivano i rombi virtuali
Quello dei veicoli elettrici pericolosamente silenziosi è un problema già in via di risoluzione e interesserà il mercato globale. Prima il Nordamerica, quindi l’Europa e via a seguire. ” Silenzio elettrico pericoloso ” sembra essere diventato il motto di molti enti, governativi e non, attenti alla sicurezza.
Tanto i veicoli EV elettrici quanto gli ibridi dovranno essere equipaggiati di un apposito impianto di allerta, un sistema sonoro che renda avvertibile la presenza o il passaggio del veicolo. La National Highway Traffic Safety Administration (un po’ come la Motorizzazione) ha stabilito la “deadline”, la data entro la quale i costruttori dovranno essere pronti con l’equipaggiamento, per il 2018.
La NHTSA voleva anche anticipare i tempi, ma poi non è riuscita a preparare le specifiche definitive attese per Novembre 2015. Le ha promesse entro breve tempo (non è semplice stabilire limiti, tipologie sono, variabili, decibel ecc.).
Alcuni costruttori possono essere contenti del ritardo, cercano di far slittare le tempistiche. Sono in molti, comunnque a essere già pronti e si stanno portando avanti con i test in USA e in Europa (vedi Nissan in Gran Bretagna con le Leaf VSP, acronimo appunto del sistema Vehicle Sound for Pedestrian). Renault ha portato avanti sulla Zoe i collaudi del Warning System. Audi si è sviluppata autonomamente l’intero software, come del resto Tesla, e anche Porsche procede con i test sulla 918. Solo per fare degli esempi. Per i costruttori di moto elettriche, le prospettive sono simili, ma gli spazi su cui lavorare inferiori. Le due ruote avranno molto probabilmente delle facilitazioni relativamente alla complessità dei software, e si stanno provando marmitte fittizie con trasmettitore sonoro collegato alla manopola dell’acceleratore.
Il programma prevede l’utilizzo di sistemi sonori per tutti i veicoli non dotati di motori a combustione, e che muovendosi tramite alimentazione elettrica emettano sonorità diverse in relazione alla velocità. Le specifiche chiederebbero ai costruttori di adottare equipaggiamenti simili funzionanti almeno fino a 18/20 miglia orarie (30 km/h). Ma si parla di poter estendere il funzionamento fino a 70 km/h. L’arco di velocità, insomma, considerato più pericoloso, insieme alle manovre in retromarcia.
I costi non sono trascurabili. Sono necessari altoparlanti impermeabili, sensori e radar per riconoscere pedoni, bici, veicoli in movimento, un software che gestisca con precisione la modulazione della velocità e delle situazioni. Un equipaggiamento complicato e che molti mettono in discussione ritenendo comunque il suono troppo debole. Altro che rombi virtuali. Senza contare chi dice: “e poi chi guida ha sempre il clacson”.
La decisione è comunque l’atto finale di un provvedimento che gli USA hanno imbastito dal 2013. La National Highway Traffic Safety Administration stima che il coinvolgimento dei soli veicoli ibridi negli incidenti con pedoni sia superiore del 20% rispetto a quelli che interessano veicoli dotati di motorizzazioni tradizionali.
E dire che il mondo intero ha spinto e continua a spingere sulla mobilità elettrica, la mobilità di nuova generazione. E che la silenziosità viene ancora ostentata come un pregio.