Alfa Romeo Giulietta Veloce 1750 Turbo Benzina : con la 4C nel cuore
Impressioni di guida
La versione di punta dell’Alfa Romeo Giulietta perde la denominazione Quadrifoglio Verde, a favore di Veloce, ma ripropone il motore 1750 Turbo Benzina da 240 CV. Tale propulsore, lo stesso della 4C, consente alla berlina compatta di Arese lo scatto 0-100 km/h in 6” netti e la velocità massima di 244 km/h.
Look decisamente sportivo
Esternamente la Giulietta Veloce ha una connotazione sportiva più marcata rispetto alla Quadrifoglio Verde, mettendo in risalto i nuovi paraurti con inserti rossi. Paraurti invero un po’ troppo vistosi, mentre le finiture di colore antracite lucido e gli inediti cerchi in lega da 18”(con trattamento brunito e diamantato) affascinano, così come colpisce favorevolmente il trilobo frontale ispirato nettamente a quello della Giulia. Gli interni sono caratterizzati da alti e bassi (come d’abitudine per la Giulietta), abbinando elementi molto pregiati, come ad esempio i sedili sportivi in pelle e Alcantara, a particolari discutibili quali le levette devioluci – tergicristallo e il blocchetto d’accensione di provenienza Fiat Punto. In sostanza, avremmo preferito che l’ispirazione alla Giulia proseguisse all’interno.
Motore e cambio su misura degli “ Alfisti ”
Guidando la Giulietta Veloce, abbiamo apprezzato ancora una volta la spinta forte e costante del motore Alfa Romeo 1750 Turbo Benzina. Un propulsore caratterizzato da contenuti d’alta tecnologia, quali ad esempio l’iniezione diretta di benzina in camera di scoppio, il sistema Scavenging che riduce ai minimi termini il ritardo della sovralimentazione e la doppia fasatura variabile. Inoltre, il 1750 ha un sound ispirato ai gloriosi bialbero Alfa Romeo di un tempo ed è perfettamente coadiuvato dal cambio Alfa TCT doppia frizione. Quest’ultimo è rapido nel salire di rapporto, mentre in fase di scalata si desidererebbe ancor più grinta. Pregevole il layout manuale con la leva che va tirata per passare alla marcia superiore, nonché spinta per scalare, mentre le levette al volante sono invero un po’ piccole e realizzate in plastica di scarsa fattura. Ultimo ma non meno importante, il setup manuale inibisce sia le scalate al completo affondo dell’acceleratore che la salita automatica di rapporto oltrepassato il regime di potenza massima. Fattore tutt’altro che scontato, considerato come si comporta al proposito la concorrente per antonomasia Golf GTI.
Assetto impeccabile
Per quanto concerne l’assetto, l’Alfa Romeo Giulietta Veloce mette in luce un comportamento facile e sicuro, garantendo alti valori in termini di tenuta di strada e stabilità. In altre parole, la massima accelerazione laterale in assetto stabilizzato supera largamente 1g, mentre il sovrasterzo non compare nemmeno nei repentini trasferimenti di carico. Nella guida in circuito, come abbiamo potuto sperimentare, è meglio settare l’Alfa DNA in Dynamic. In tale modo l’ESC interviene solo quando è indispensabile, entra in azione l’Electronic Q2 che simula il differenziale autobloccante, lo sterzo acquisisce maggiore carico, la risposta all’acceleratore è ancora più pronta e il pre-fill predispone i freni alle staccate al limite. In particolare, l’E Q2 allontana la soglia d’ingresso del sottosterzo, sempre piuttosto presente su una vettura a trazione anteriore da 240 CV e sospensioni convenzionali all’avantreno come questa. E a proposito di sospensioni, francamente non capiamo perché gli ammortizzatori a controllo elettronico non figurino nemmeno tra gli optional. Ma in fondo questo non avveniva nemmeno quando la Giulietta Veloce era una Quadrifoglio Verde.
Gian Marco Barzan
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