La moto è indubbiamente molto bella, e non serve essere patiti del marchio americano per accorgersene. Immagine rude tipicamente Harley, questo senz’altro, ma come detto con tocchi di attualità e accorgimenti per rendere la guida più sciolta e agile. Un modo per rivaleggiare con atmosfere americane a idee proposte da Ducati e Yamaha.
La Roadster è un mix arguto, un “mash-up” di generi stilistici. Dall’impronta custom saltano fuori cenni da scrambler. Si nota l’idea di sportività con tocchi corsaioli che vogliono ispirarsi alle gare degli Anni 50 e 60. Come confermano al centro stile di Harley-Davidson, l’intenzione era di realizzare una moto potente nel design quanto nei fatti come lo è la Sportster, ma agile e caricata di dinamismo.
Del pacchetto di preparazione fanno parte le forcelle anteriori a steli rovesciati da 43 mm, i freni anteriori a doppio disco, una messa a punto dedicata per le sospensioni posteriori, con gli ammortizzatori provvisti di prevarico regolabile. La posizione di guida è aggressiva, con il manubrio più basso (ma non troppo) e le pedane arretrate.
Una moto che si vuol far guidare, insomma e che permette di percorrere lunghi tragitti. Contribuiscono anche i cerchi in alluminio pressofuso anteriori da 19” e posteriori da 18” a 5 raggi, e la nuova sella biposto. Il motore V-Twin di 45° da 1200 cc eroga 97 Nm di coppia, e tanta la si sfrutta in partenza.
In linea con il minimalismo, un unico strumento con contagiri analogico e tachimetro digitale in un display quattro pollici. Gli indicatori di direzione posteriori sono montati direttamente sui supporti parafango.
F.R.
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