Lo strano contratto Stoner mentre nel GP USA la Honda allunga
Se tre indizi fanno una prova, il GP di Austin ha lasciato ai posteri una sentenza: nella lotta tra Rossi e Lorenzo per il titolo mondiale c’è un terzo incomodo che ad oggi è il vero favorito. Marc Marquez, attuale leader del Motomondiale con il quinto podio consecutivo considerando l’epilogo della scorsa stagione, ha stravinto la corsa negli Stati Uniti su una pista amica che l’ha sempre visto vincere nelle ultime quattro stagioni.
Però ci sono altri indizi che si stanno inseguendo in MotoGP. Riguardano Honda, Stoner e Ducati. Mentre Marquez allungava, tra appassionati e addetti ai lavori si continuava anche a parlare dei non precisati dettagli su un accordo che potrebbe portare a varie interpretazioni. L’accordo di Honda con Casey Stoner non ha in realtà nulla di assolutamente certo e certificato. Gli illusionismi giornalistici per fare notizia devono essere presi con le pinze. Stoner si presta a curare la messa a punto delle moto per la prossima stagione? O c’è dell’altro?
La necessità di stringere accordi più sicuri da parte di Honda si sarebbe accentuata dopo i test che Stoner ha condotto un paio di mesi fa con la Ducati. Quindi, diventa un braccio di ferro. Le cose si sa come iniziano ma non dove portano, e lasciare un talento alla concorrenza è comunque visto come pericoloso. Ma ci torniamo.
Marquez, almeno in pista, non aveva tempo di preoccuparsene. In Texas il pilota della Honda opera un primo allungo su Lorenzo (+ 21) ma ruba l’occhio soprattutto il modo in cui è riuscito a condurre in porto la gara: sempre in testa, terminando con 8’’ di vantaggio sul connazionale.
Secondo successo in tre gare per lo spagnolo che se si impegna a fare il simpatico (anche con gli italiani) riesce a convincere ormai pienamente sul suo valore di cyber-centauro. Il suo modo di aggredire le curve e la sua guida di traverso – sovrasterzo (un po’ alla Stoner) hanno fatto la differenza al Circuit of the Americas (pista che porta bene alla Honda che qui ha vinto le ultime 13 gare).
Marquez è tornato il cannibale dei due titoli mondiali consecutivi. Al suo lato alto sul podio, Jorge Lorenzo si propone quale principale antagonista (ma anche lui ha imparato che c’è sempre la possibilità di sorprese firmate 46). Terzo, Andrea Iannone riscatta l’avvio di stagione da incubo e l’erroraccio di domenica scorsa quando ha centrato Dovizioso. Il quale, invece, si aggiudica l’oscar della sfortuna, ancora una volta costretto al ritiro mentre era in piena corsa per il podio, stavolta travolto da Pedrosa. Dovrà mettersi una tuta con scritto “kick off”.
E Valentino? Solo tre giri. Dopo buone qualifiche è partito annaspando dietro a Espargarò e Pedrosa. Poi la caduta. Riprendersi in fretta se non vuole che il rientro nella lotta per il titolo rimanga un esercizio per inguaribili ottimisti.
Sostanzialmente, il succo della gara è tutto nei primi sei giri. Il campione del mondo tenta la prima staccata ma Marquez si porta davanti alla curva successiva. Risale Dovizioso, Espargarò infila Rossi che finisce sesto al primo giro con problemi di frizione; poi va per terra nel tentativo di forzare la rimonta. Era da circa un anno e mezzo che non accadeva: il suo ritiro ha interrotto una striscia di 24 risultati utili, iniziata dopo la scivolata di Aragon nel 2014.
L’altro episodio clou lo provoca Pedrosa, a caccia di bagarre con Lorenzo, alla fine del rettilineo della pitlane stacca troppo forte, va a terra e centra in pieno la Ducati numero 4.
A portare in alto i colori dell’Italia ci ci è riuscìto quindi Andrea Iannone che, sfruttando gli errori altrui si porta al terzo posto alle spalle di Lorenzo e di un Marquez filato in solitaria.
Non per insistere, ma sono in molti a immaginare una riprova con Stoner in pista. I test che ha fatto di recente in sella alla Ducati e i buoni tempi potrebbero aver fatto tornare all’australiano la voglia di correre? Serve sempre, ancora, il punto di domanda. Se Ducati ci prova, Honda cerca di correre ai ripari e garantirsi la tranquillità. Nell’ambito di un contratto ancora oscuro (di cui non si conoscono i dettagli), se ufficialmente Stoner accetterà di rientrare a lavorare con Honda, pare lo farà solo come collaudatore e “rifinitore” tecnico. Si dice. Ma iò futuro può sempre riservare sorprese.
Andrea Sicuro