Confronto tra l’italiana e l’inglese
Entrambe sono berline sportive del Segmento D, hanno la trazione posteriore, raffinate sospensioni e motori perfettamente comparabili. Stiamo parlando dell’Alfa Romeo Giulia 2.2d 150 CV e della Jaguar XE 2.2d 163 CV, che abbiamo messo a confronto nelle versioni entry level con cambio manuale a 6 marce.
Sportività gridata o understatement
Forse non affascinerà come l’intramontabile 156 prima serie, un vero e proprio capolavoro di stile senza tempo, ma la nuova Alfa Romeo Giulia ha una linea personale, aggressiva e che da la sensazione del movimento anche da ferma. Il tutto senza dimenticare citazioni storiche, come il taglio delle portiere posteriori che richiama piacevolmente quello dell’Alfetta o l’ennesima reinterpretazione del “trilobo anteriore”. Ma quel che colpisce favorevolmente della Giulia 2.2d è soprattutto l’alta qualità di realizzazione, come si evince sia dall’allineamento esemplare delle parti che non lascia spazio a luci eccessive, sia dalla vernice ben stesa.
Interni: la Giulia sorprende
Fino a qualche tempo fa un’Alfa Romeo meglio rifinita di una Jaguar sarebbe stata semplicemente impensabile. Eppure, senza tanti giri di parole, è quanto avviene oggi riguardo gli interni della Giulia rispetto a quelli della XE. Intendiamoci, non che l’inglese sia spartana, ci mancherebbe, ma la Giulia 2.2d mostra un livello percepito superiore soprattutto nelle parti meno in vista.
A quest’ultimo proposito, si apprezzano per esempio le guide di scorrimento dei sedili ricoperte, al contrario di quelle prive di protezioni della Jaguar. E a livello generale l’Alfa si distingue anche per un migliore livello degli assemblaggi. In compenso la XE si riscatta per le molteplici regolazioni elettriche dal posto guida, nonché in virtù di un climatizzatore dai comandi più chiari e intuitivi rispetto alla concorrente. Infine, l’abitabilità è eccellente davanti per entrambe, mentre dietro la Jaguar è leggermente più sacrificata.
Mettendosi al posto guida dell’Alfa Romeo Giulia capisci immediatamente di avere a che fare con una sportiva, in virtù del piano di seduta che può scendere molto in basso, del volante perfettamente verticale e della pedaliera perfettamente allineata. Pedaliera che vanta l’acceleratore infulcrato in basso sullo stile delle 1750 berlina, GT e Spider prima serie (“guai” a tirare in ballo le BMW). E una volta acceso il motore, rimani sorpreso dalla silenziosità del 2.2 turbodiesel, primo propulsore al 100% Alfa Romeo alimentato a gasolio con basamento e testata in alluminio. Un motore grintoso, capace di spingere la Giulia 2.2d da 0 a 100 km/h in appena 8”4/10, complice il peso della vettura contenuto in 1.374 kg. Inoltre, alle performance e al piacere di guida contribuisce anche il cambio caratterizzato da innesti secchi, veloci e precisi.
Senza dimenticare come l’acceleratore influcrato in basso, citato poc’anzi, sia un invito al punta-tacco. Dal canto suo la Jaguar XE ha un piano di seduta leggermente più rialzato rispetto alla rivale, ma ciò non toglie quella piacevolissima sensazione di essere tutt’uno con la macchina come da migliore tradizione.
Certo, a prima vista la presenza del pedale della frizione su una Jaguar è come abbinare il blazer alle scarpe da tennis, ma ben presto ci si rende conto di quanto la scelta del cambio manuale contribuisca al coinvolgimento di guida. Coinvolgimento cui il motore 2.2 turbodiesel 163 CV non è certo estraneo, dimostrandosi corposo e pieno a tutti i regimi e capace di spingere la XE da 0 a 100 km/h in 8”4/10. Tempo identico a quello della meno potente Giulia, perché nonostante la Jaguar XE abbia un’architettura in alluminio il peso ammonta a 1.475 kg, contro i 1.374 della rivale.
Nelle curve la Jaguar è imbattibile
Affrontando un percorso ricco di curve, l’Alfa Romeo Giulia 2.2d mostra una maneggevolezza rimarchevole ed è tendenzialmente neutra anche quando si esagera con l’acceleratore. Avantreno e retrotreno lavorano in perfetta simbiosi, accompagnati da uno sterzo direttissimo ma invero un po’ troppo leggero. Nelle curve affrontate al limite in pista, anche “allentando le briglie dell’elettronica” (selezionando il DNA in Dynamic) non c’è spazio per coreografici sovrasterzi di potenza.
Peccato, perché la Giulia 2.2d diventerebbe ancor più appagante da guidare se solo avesse il retrotreno più libero; del resto la potentissima Quadrifoglio ha la funzione Race che esclude completamente i controlli senza causare alcun problema. La Jaguar XE mostra un comportamento più soddisfacente per il pilota sportivo. Pilota che nella guida al limite si trova a gestire un bel sovrasterzo di potenza, prima che il controllo di trazione e stabilità intervenga con molta discrezione.
Anche in questo caso, nella maggior parte delle situazioni l’assetto è neutro, mentre lo sterzo è meno diretto rispetto al comando dell’Alfa, ma ha anche più carico alle alte velocità. Senza contare che i fenomeni di rollio e beccheggio sono meno evidenti di quanto avvenga sulla Giulia. In sintesi, la Jaguar XE rimane la migliore berlina della propria categoria in termini di tenuta di strada, stabilità e maneggevolezza, anche se l’Alfa Romeo Giulia le si avvicina molto, moltissimo.
Gian Marco Barzan