Nel tuning evidentemente non esistono solo concetti di “potenza e furia”. C’è chi ci scherza su e beffa tutti con una mitica 2CV davvero insolita. Il nome, Crazy Diamond, la porta dritto nella “Beatles mania”.
Le personalizzazioni dello stile sembrano ispirate da allucinazioni notturne, frutto di menti in cerca di estrosità. Di certo, serve un baldo carrozziere che non abbia dimenticato la creatività artigiana. Tinte nero e fucsia cosparse di un luccicante “effetto brillantina”, che ovviamente si esalta nelle luci notturne.
Tanti i giochetti da prestigiatore fantasioso. Tipo l’effetto cerniere applicato, che parrebbe poter aprire la carrozza, mentre i kit di 12 tromboncini che si ergono da questo vestito di sartoria da “Rocky Horror Picture Show” nulla hanno a che fare con la respirazione votata alle performance o a un motore nutrito da orde di cavalli, ma piuttosto continuano a mettere in scena l’istinto goliardico del suo creatore (i marchigiani di Novacar). Ma c’è più voglia di giocare che di fare tuning. Ogni tromboncino, in realtà, nasconde al suo interno sul fondo la sagoma di una microcar. Come a dire: questa 2CV è un giocattolo, dentro e fuori.
Vediamo i passaggi della realizzazione. A cominciare dal ripristino della carrozzeria, iniziato con lo smontaggio completo del veicolo, per un buon 100 ore di impegno. Per ricreare il guscio del cofano motore, a sovrastare la calandra con tanto di “bocca alla Jessica Rabbit”, sono servite altre 28 ore di pazienza, compresi i tripli tromboncini aria, ogniuno con incorporata automobilina e luci. Un altro set di simili trombe di Eustachio è in allineamento sui parafanghi. Un po’ sull’idea del dragster American Boys. Che su una 2CV è un netto contrasto, oppure charmant, fate voi.
La modifica del portello del baule ha voluto una lamiera da 1,5 mm di spessore, e una sudata di altre 25 ore almeno, inclusa l’applicazione di 2 tubi curvati all’interno del cofano. Si passa alla verniciatura completa, e qui serve una pozione di savoire-faire. Stuccatura delle parti sostituite e modificate, nuovo fondo per la verniciatura, con vernice nera a base acqua e glitter blu insieme al trasparente, quindi le parti in fucsia con all’interno i glitter rosa, le decalcomanie delle cerniere sulle fiancate. Tra i tanti dettagli, spuntano una bocca alla Rolling Stone, i fanali con le ciglia, i retrovisori con la catenella a cornice.
Serve attenzione per l’impianto hi-fi e infotainment, che non è roba da poco, attraversando le porte e il baule. I sedili anteriori sono di una Honda Prelude, elettrici, mentre quelli posteriori arrivano da una Renault Twingo, perfettamente adattabili alla 2CV. Sotto a questi sono applicati due amplificatori a 5 vie e a 4 vie predisposto per il subwoofer da 38 posto all’interno del cofano; quello a 5 vie attiva i diffusori nelle porte, per un totale di 19 altoparlanti suddivisi e con twitter, medi e bassi.
La consolle superiore è tra il vetro parabrezza e la capotte e comprende: una radio JVC con lettore DVD e DVX, MP3 e MP4 più USB e monitor. A fianco della radio c’è un ulteriore monitor da 7,5 pollici da utilizzare per vedere i DVD.
Il baule posteriore nasconde una specie di caverna di Aladino, con tanto di televisore LCD da 17 pollici e un super diffusore sonoro nel portello. A disposizione, oltre un migliaio di Watt di suono e tre display di misura diversa.
Dentro il baule, a parte un condensatore accumulatore per rinforzare il lavoro della batteria, cresce un origami celebrativo con microcar lungo la cordigliera costruita in cartongesso; anche dall’esterno si intravede lo specchio perfettamente angolato per ottenere il giochino riflettente. Cosa si vede? Una 2CV in miniatura, perbacco.
Fabrizio Romano