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Autopilota offroad: non bastano i proclami

LR disco tech test 083Ormai lo stiamo vedendo di settimana in settimana. Per i costruttori automobilistici vantarsi di innovativi sistemi di autopilotaggio e futuri sistemi di guida autonoma non è più solo un’espressione di evoluzione tecnologica ma è diventata una corsa ai primati. Un po’ come esibire i muscoli, un gioco di forza.

Lo ha rifatto anche Jaguar – Land Rover. In questo caso particolarmente Land Rover che punta a intrigare gli amanti del marchio e dei suoi significati “adventure-premium”, con un annuncio un po’ frettoloso e generalizzato.

E’ vero che il costruttore britannico ha annunciato di stare sviluppando una gamma di modernissime tecnologie sperimentali che potrebbero consentire ad un futuro veicolo autonomo di percorrere ogni terreno, ma senza lasciare intendere, nemmno in parte, a che tipo di utilizzo “l’impianto intelligente” dovrebbe portare. Per esempio, oggi il gruppo utilizza nei suoi modelli almeno tre o quattro varianti di trasmissione (incluso il sistema ibrido, dipende poi da quanto si vuole essere puntigliosi), con potenzialità più o meno fuoristradistiche.

Lasciando stare il purista dell’offroad, il Defender (di cui si è conclusa la produzione mentre il suo sostituto è da oltre quattro anni in attesa), a grandi linee si potrebbero mettere il Discovery da una parte, Range e Range Sport in un’altra, Discovery Sport ed Evoque in un’altra ancora.

Oggi in JLR sono a uno stadio avanzato di guida semiautonoma, senza dubbio, ed anche per questo che a MotorAge.it abbiamo cercato di mettere insieme informazioni utili a capirne di più sullo stadio di autopilotaggio “tuttotereno”.

Per adattare alcune tecnologie verso un sistema di autopilota offroad, Jaguar Land Rover ha investito circa un milione di sterline. Ma il passaggio dalla guida semiautonoma allo step superiore vale oltre 3,5 milioni (con buoni proventi statali e da partner). Il  progetto di ricerca relativo al fuoristrada prende il nome di Autonomous All-Terrain Driving, votato allo sviluppo di sensori sempre attivi e al modo di sfruttare l’intelligenza artificiale per identificare, anche pianificare il percorso e la rotta, su ogni tipo di superficie.

Come? Ebbene, l’evoluzione del famoso sistema Terrain Response deve coordinare l’elettronica con la meccanica, l’andatura sul terreno con il lavoro dei differenziali e delle sospensioni. Considerando le ambizioni tuttoterreno dell’autopilotaggio Land Rover, tutto ciò dovrebbe andare a beneficio anche dei modelli provvisti di riduttore dei rapporti.

Oggi, ridotte o no, Land Rover ha messo a frutto un intero pacchetto di tecnologie a beneficio della trazione, integrando ad esempio l’ATPC – All Terrain Progress Control – un sistema di guida semiautonoma in fuoristrada. Coinvolge la gestione del motore e dei freni e funziona come un Cruise Control che opera a basse velocità (fra i 2 ed i 30 km/h). Nel concreto, rende facili e progressive partenze e frenate anche su superfici a scarsa aderenza come ghiaccio, neve, erba bagnata o fango, quindi aiuta a mantenere una velocità costante in off-road.

Ovviamente questo non è tutto: serve anche rilevare gli ostacoli e affinare la riconoscibilità del tipo di fondo. In tal senso, i sensori di ultrasuoni possono aiutare ulteriormente a identificare le condizioni del terreno, scansionandolo anteriormente fino a cinque metri di distanza, riconoscere eventuali rami sporgenti, dislivelli, buche o massi. La risposta dell’assetto, assieme al tipo di slittamento delle ruote e a sensori di temperatura esterna e del suolo, offrono altri parametri perché l’intero sistema elettronico percepisca tipo di fondo e aderenza. E possa rispondere autonomamente in modo appropriato.

Poi, oltre ai già ben noti sensori di manovra (che molti definiscono genericamente sensori di parcheggio) dobbiamo aggiungere videocamere stereo 3D e sistema di visuale virtuale a 360° attorno al veicolo.

Un altro aspetto, ma che è giudicato importante per la guida autonoma all-terrain, riguarda l’insieme delle tecnologie CAV (Connected and Autonomous Vehicle) che si stanno sperimentando, ovvero la capacità del veicolo di comunicare con altri mezzi, pure se nascosti da una curva o posizionati dall’altro lato di un ostacolo in off-road. Ma qui si torna al discorso che facevamo giorni fa sull’influenza di tali sistemi sul traffico. E cioè che le tecnologie di connessione CAV avranno bisogno di tempo e di un’adeguata espansione per dimostrare la loro efficienza.

Comunque sia, chi ha la passione per il fuoristrada, per l’offroad vero, potrà essere poco lieto nel leggere di guida autonoma tuttorreno: il gusto di guidare offroad non prevede troppe intrusioni!

Un’altra sezione dei tecnici Land Rover sta invece continuando a sviluppare il controllo del veicolo in offroad da remoto, via telecomando quindi, per affrontare determinati ostacoli “guidando da terra”. Ne abbiamo già parlato, ma questa è un’altra storia…

Fabrizio Romano

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