Guida automatizzata per il 2020: all’inizio il traffico ne soffrirà
La nuova frontiera dei veicoli automatizzati incontrerà ulteriori step, passaggi più evoluti verso la guida autonoma sulle strade. A partire dal 2020, si attende una nuova generazione di vetture che raggiungeranno il livello 4 e 5 di automazione, consentendo ancora a più conducenti di affidare il controllo del veicolo alle magie dell’elettronica.
Le case automobilistiche si stanno impegnando parecchio per assicurare questo avanzamento tecnologico, sfoggiare primati e rendere le auto simili ad uno smartphone. Ovviamente, senza rinunciare alla sicurezza.
Senz’altro una cosa positiva in sé, anche se va considerato il risvolto della medaglia. Una corrente di pensiero sostiene che i nuovi livelli di automatizzazione dei veicoli aumenteranno ulteriormente la congestione del traffico nel prossimo futuro.
Almeno un paio i fattori che determinano quale sarà il loro impatto nel breve termine, ciòè nei primi tempi: il livello di automazione dei veicoli e il corrispondente livello di adozione degli equipaggiamenti più evoluti da parte dell’utente. Questione di numeri: quante le tecnologie e quanti coloro che ne potranno usufruire.
Mentre livelli standard di automatizzazione potrebbero avere un piccolo impatto positivo nel contribuire a ridurre la congestione del traffico, livelli più elevati genereranno un effetto negativo quando il tasso di utilizzo da parte degli utenti è basso. In parole povere, quanto più le auto riusciranno a “camminare da sole”, tanto più ci sarà il rischio che le strade risulteranno più trafficate. Soprattutto per il divario tecnologico tra i modelli del parco circolante. Non esattamente l’effetto voluto dalle case automobilistiche.
“I veicoli autonomi hanno il potenziale a lungo termine per rivoluzionare la mobilità e migliorare radicalmente la sicurezza e la mobilità sulle nostre strade. Tuttavia, il viaggio verso la macchina completamente autonoma è piena di buche, che possono creare problemi a breve termine in modi inaspettati. Il settore automobilistico e le autorità del settore dovranno lavorare con attenzione e insieme per navigare intorno a queste buche“, ha sentenziato il co-autore dello studio Andrew Hart, direttore di SBD, che ha commissionato la ricerca insieme a Here.
Secondo SBD, 11 milioni di auto in Europa, Stati Uniti e Cina saranno fornite nel 2016 con i sistemi di assistenza alla guida. Come Adaptive Cruise Control, Automatic Emergency Braking (frenata automatica per prevenire gli incidenti), sensori per rilevamento ostacoli (e riconoscimento segnali) o Lane Keep Assistance (assistenza superamento carreggiata). Spetterà quindi all’industria automobilistica creare una transizione senza soluzione di continuità, prima di raggiungere nuovi livelli di automatizzazione dei veicoli.
In sostanza, il mix tra i veicoli equipaggiati con le più avanzate tecnologie e quelli meno innovativi, è destinato a creare più disordine, mentre i vantaggi in sicurezza e velocità del traffico potrà dimostrare le sue potenzialità quando il maggior numero di veicoli potrà contare su tecnologie di pari livello.
La corsa agli step superiori di automazione, a quanto sostiene la ricerca, sarà per un po’ in fiore all’occhiello dei blasonati brand dell’automotive, con un grande impulso all’immagine, certo, ma almeno all’inizio con vantaggi funzionali molto modesti in rapporto agli investimenti economici. Per vedere dei veri effetti positivi ci vorrà del tempo. Nel medio e lungo periodoDal 2020, almeno altri cinque o dieci anni.
Ci è venuta in mente l’osservazione di Massimo Roserba (Direttore Generale di PSA Italia): “sullo sviluppo delle tecnologie, sembra che oggi ogni gruppo lavori per conto suo (a parte qualche raro caso), mentre sarebbe opportuna un’azione globale, un semplificatore che unisca i concetti e i progetti”.
Andrea Sicuro
Altrochè, sarà un casino vero!