La prima volta di Crutchlow – Rossi secondo
La prima volta non si scorda mai. Nella gara di MotoGP a Brno (Repubblica Ceca) vince l’uomo che non ti aspetti. Cal Crutchlow coglie il primo successo in carriera in MotoGP e regala un sussulto a un campionato che ne aveva bisogno. Successo storico da molti punti di vista: intanto è la prima vittoria del team di Lucio Cecchinello nella classe regina.
E’ anche la seconda vittoria di un team indipendente, dopo quella conquistata da Miller ad Assen, la terza di un pilota estraneo al cosiddetto “cerchio magico” (Pedrosa – Rossi – Lorenzo- Marquez) considerando anche quella di Iannone su Ducati in Austria due settimane fa.
Inoltre era dai tempi di Barry Sheene, nel 1981, che un inglese mancava sul gradino più alto del podio. Ci sono voluti trentacinque anni, dunque, prima di scrivere di nuovo la storia.
I sorpassi e controsorpassi vissuti nel GP in Repubblica Ceca, condito da problemi tecnici e sbalzi meteorologici, hanno reso tanto pazza quanto avvincente questa corsa.
Il britannico termina davanti a uno strepitoso Valentino Rossi (in basso in impennata) autore di una grande rimonta, che a questo punto, complice l’ennesima giornata no di Lorenzo, conquista il ruolo di anti Marquez. Ruolo platonico, a dir la verità. Il leader del Mondiale con la sua Honda termina al terzo posto e perde soltanto quattro punti dal Dottore, che scavalca il proprio (al momento) compagno di scuderia in Yamaha e si porta a 53 punti da Marquez.
Appare ormai assodata la convinzione che il titolo lo possa perdere soltanto Marquez. A Valentino Rossi spetta il compito di provarci fino a quando la matematica concederà qualche chance, non solo per sognare ma anche per autostima e rispetto per i fun. Lo deve ai suoi tifosi e a se stesso.
Lorenzo ha intanto alzato bandiera bianca confermando la propria idiosincrasia alle corse sul bagnato. Non solo: dopo l’annuncio del passaggio in Ducati nel 2017, qualcosa pare essersi rotto tra Por Fuera e la Yamaha. Finito subito nelle retrovie, il campione in carica (val la pena ricordarlo, sebbene in queste settimane non si sia visto) riesce a salire fino al dodicesimo posto e a quel punto decide di rientrare ai box, decisione non condivisa con il team, montando le gomme slick salvo ripensarci e ritornarci dopo soli due giri, una volta resosi conto delle difficili condizioni del tracciato. Scena grottesca che rende bene l’idea di come il maiorchino stia contando sempre più i giorni che lo separano dalla fine del contratto con la casa giapponese.
A posteriori, verrebbe da dire che non è stata una decisione saggia quella dei dirigenti di rendere pubblica la separazione a fine stagione. Oltre al danno, la beffa: Lorenzo chiude addirittura ultimo e vede Marquez scivolare a + 59. Troppi per pensare a una rimonta.
La corsa, influenzata dalla pioggia caduta copiosamente, premia alla fine gli unici due piloti che hanno preferito fin da subito le gomme dure alle soft. Rossi e Crutchlow navigano all’inizio nelle retrovie insieme a Lorenzo che dimostra di non essere a proprio agio sul bagnato. Il pesarese e il britannico escono però alla distanza recuperando su Marquez e sulle Ducati che partono bene ma poi si spengono, tradite dalle gomme morbide, che costringono Dovizioso al forfait. Iannone (ottavo) è l’ultimo ad arrendersi a Crutchlow che lo passa a cinque giri dal termine, seguito da Rossi. Ai piedi del podio, nell’ordine, Baez, Barberà, Laverty e Redding. Tra due settimane si torna in pista a Silverstone per un’altra puntata del romanzo del Motomondiale.
Andrea Sicuro
Una risposta