Per gli occhi ottimisti dei sostenitori, la Ferrari avrebbe mostrato segnali di risveglio, nonostante gli ennesimi piazzamenti anonimi. Di fatto Ferrari manca ancora il podio e, soprattutto, perde punti in favore della Red Bull per il secondo posto nella classifica costruttori. Stavolta però soltanto la sfortuna (che, va detto, quest’anno sembra vederci benissimo con il team di Maranello) nega ai ferraristi di salire sui gradini alti, cosa che succede per la settima volta in stagione, quarta consecutiva.
Vettel non va oltre il sesto posto ma stavolta, a differenza delle ultime imbarazzanti esibizioni, la prestazione c’è stata e a Maranello hanno poco da rimproverarsi. La Rossa ha girato a lungo ai livelli delle dirette rivali, ma per parlare della corsa di Spa Francorchamps (Belgio) bisogna per forza di cose partire dalla prima curva, che ha irrimediabilmente condizionato la gara e complicato la vita in casa Ferrari. Protagonista, suo malgrado, è Max Verstappen che conferma gli alti e bassi dati dalla giovane età e dall’inesperienza a questi livelli. Il figlio d’arte parte male, superato da entrambe le Ferrari, e prova a sorpassare all’interno Raikonnen, accerchiato dal compagno Vettel dall’altra parte. Il contatto è inevitabile: il tedesco va in testacoda mentre le vetture dell’olandese e del finlandese vengono danneggiate. Durante la gara saranno molte le occasioni nelle quali le Ferrari e la Red Bull di Verstappen entreranno in rotta di collisione. In Belgio, verrebbe da dire, i giudici hanno usato la manica larga nei confronti del giovane pilota (neanche penalizzato), che ha giocato con le pieghe del regolamento rovinando la gara.
Perché le Ferrari finiscono nelle retrovie e la squadra è costretta a costretta a gestire una gara in salita, l’ennesima della stagione, stavolta non per demeriti suoi.
Altro momento clou, l’incidente occorso a Magnussen, fortunatamente illeso: al sesto giro il pilota Renault tocca il corridoio interno, perde il controllo della monoposto e va a sbattere contro le barriere. Dopo la safety car, si rende necessaria la bandiera rossa, cosa che avvantaggia anche Hamilton che partiva dall’ultimo posto a causa della penalità rimediata per il cambio della power unit. L’inglese, baciato anche dalla buona stella, vede così azzerati i distacchi dal vertice e ha buon gioco nella sua rimonta che lo porta infine al terzo posto, dietro a Ricciardo su Red Bull.
La corsa per il resto regala pochi sussulti. Rosberg domina la corsa e approfitta della ghiotta occasione data dal declassamento in griglia del collega e si rifà sotto acquistando morale e convinzione in vista del rush finale. Il leader del Mondiale rimane però il favorito, soprattutto per il modo in cui ha limitato i danni in una giornata potenzialmente a suo sfavore.
Ne riparleremo tra una settimana a Monza, quando inevitabilmente ci si aspetta una conferma dalle Ferrari nella corsa “casalinga”.
Dicevamo delle Ferrari. Non fosse stato per lo scontro con Verstappen al via, staremmo a parlare di un’altra gara. Le Rosse finiscono in zona punti con Vettel che batte allo sprint le Williams e Alonso (buona anche la sua prova) ma è una medaglia di Pirro. Nono Raikonnen, davanti a Massa. Il 2016 continua a essere un’annata maledetta tra errori, problemi alla macchina e anche tanta sfortuna, come appunto in Belgio. Monza può essere l’occasione giusta per dare senso al finale di stagione.
Andrea Sicuro