L’australiano ottiene la prima vittoria stagionale mentre l’olandese figlio d’arte aggiunge un’altra perla d’autore in un’annata da incorniciare, quella del suo debutto nella categoria che conta.
Successo importante delle lattine austriache, con una coppia che ha fatto un’ottima conoscenza con il podio in questa stagione. A Sepang, Ricciardo e il giovanissimo Verstappen si confermano così i principali antagonisti delle Frecce d’Argento. Del resto sono loro che hanno dimostrato più di altri come battere le Mercedes. A Maranello, bisogna ammetterlo, finora non sono riusciti a fare lo stesso. Tanto è che nella classifica costruttori la Red Bull allunga a 46 punti il distacco dalla Ferrari, la quale vede a sfumare l’ultimo obiettivo rimasto in una stagione, diciamo “da messa a punto”.
Il secondo posto dietro alle Mercedes avrebbe se non altro permesso alla Scuderia delle rosse di pianificare con più calma il prossimo Mondiale, quello della rifondazione, con un nuovo vertice tecnico. Adesso i ferraristi sanno di avere un avversario temibile in più su cui fare la corsa.
Guarda caso, le Red Bull si sono imposte nelle uniche due volte in cui le Mercedes non sono salite sul gradino più alto del podio. La Ferrari deve invece ancora rimuovere quello “zero” dalla casella delle vittorie che è già un record negativo. A Maranello avranno molto lavoro da fare in questi mesi e non è detto che affrontare queste ultime gare senza più obiettivi, se non salvare l’onore rimasto, non sia un vantaggio.
Può di fatto esultare anche Nico Rosberg, che passa dall’inferno al paradiso dopo una corsa dalle due facce: il tedesco si ritrova ultimo dopo il contatto pronti- via con Vettel che è costretto al ritiro e vede il Mondiale sfuggirgli di mano con Lewis Hamilton in testa e padrone della corsa. Lo sceneggiatore del Mondiale si diverte però a scrivere una nuova pagina di una trama avvincente, scompaginando un esito che pareva già scritto a 15 giri dal termine.
Invece per la prima volta in stagione anche l’apparentemente inossidabile monoposto tedesca ha mostrato qualche scricchiolio. Il motore della monoposto di Hamilton va in fiamme costringendo il tre volte campione del mondo al ritiro, e dando via libera alle Red Bull.
Rosberg, che nel frattempo è risalito fino al terzo posto, ringrazia per il “regalo” inaspettato e ottiene 15 punti d’oro che gli permettono di allungare in classifica su Hamilton, ora distante 23 lunghezze.
La sensazione è che Sepang abbia rappresentato la svolta decisiva nella corsa al titolo. Dal punto di vista psicologico l’inerzia è dalla parte di Rosberg mentre Hamilton dovrà lavorare mentalmente per ricomporre i cocci di una beffa imprevedibile dopo le qualifiche e l’avvio choc del leader iridato.
Le Ferrari? Non pervenute in Malesia. Un cattivo presagio quel che succede dopo la prima curva con Vettel che infila le due Red Bull ma sperona Rosberg mandandolo in testa coda. Gara finita per il ferrarista che, nel bene e nel male, ha abituato i suoi tifosi con partenze a tutta birra dagli esiti altalenanti. Stavolta gli è andata male. Oltre al danno, la beffa per il tedesco che in Giappone sarà penalizzato di tre posizioni. Raikonnen si deve invece accontentare di un quarto posto che però non soddisferà nessuno a Maranello vista la sensazione di impotenza avvertita a Sepang. I ritmi, infatti, sono stati decisamente più lenti rispetto alle rivali dirette, ma purtroppo questa non è più una notizia.
Andrea Sicuro