Nissan e l’acquisizione Mitsubishi: “l’affare” è fatto
Così Nissan è riuscita a completare con successo l’acquisizione di un pacchetto azionario che vale il 34% di Mitsubishi Motors. Un buon affare, venuto via al prezzo di 237 miliardi di yen (circa 2,9 miliardi di Euro).
Per Mitsubishi una grande boccata d’aria che di fatto le permette di risolvere vari problemi entrando a far parte della già proficua Alleanza Renault-Nissan avviata 17 anni fa.
Il concretissimo Carlos Ghosn (62 anni, Ceo di Nissan e Renault), ha assunto la carica di chairman del nuovo Consiglio di Amministrazione. Osamu Masuko mantiene il ruolo di direttore generale MMC, ma i giochi vogliono sia affiancato dal capo operativo Trevor Mann, uomo Nissan insieme ad altri tre inseriti nel board.
Un’operazione di rafforzamento per affrontare le sfide dell’industria automobilistica, certo, ma anche di riconsolidamento alla giapponese di MMC, che ha subito dure conseguenze a causa dello scandalo di quest’anno relativo ai test non idonei sui consumi (specie con le city-car). Modelli prodotti da Mitsubishi ma commercializzate anche da altri marchi nipponici. L’effetto è stato che Mitsubishi Motors si è trovata costretta ad accettare l’intervento di un partner forte per risolvere la situazione finanziaria (e di immagine).
I tre grandi azionisti di MMC (Mitsubishi Heavy, Mitsubishi Corporation e The Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ) non avevano accettato di impegnarsi nella “missione di salvataggio” della sezione auto. Ora, con l’intervento e l’investimento di Nissan Motor Co. resteranno a bordo con il loro capitale azionario. I tre, insieme a Nissan, vanno a rappresentare il 51% del totale delle azioni.
Questa unione, ha precisato Ghosn, “creerà una nuova forza nel mercato globale dell’auto”. L’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi Motors diventa il quarto gruppo automobilistico globale – dopo Toyota, Volkswagen e General Motors – con vendite annuali intorno ai 10 milioni di vetture. Non a caso, MMC dovrà creare una nuova figura, Director per il Global Risk Control, con il compito di gestire le questioni di conformità e dei rischi. Come ha affermato Carlos Ghosn, “risollevare l’immagine sarà nostra cura prioritaria”.
Nel piano, la nuova Alleanza prevede dei punti sostanziali, come – Acquisti congiunti per la riduzione dei costi – Localizzazione delle attività in ogni parte del mondo – Condivisione degli stabilimenti produttivi – Piattaforme veicoli comuni – Scambio di tecnologie e collaborazione intensive sui mercati, emergenti e maturi.
Altro matrimonio – In un periodo delicato per le case giapponesi alle prese con uno yen forte che aumenta i costi dei veicoli esportati e riduce il profitto all’estero, è arrivato l’annuncio di un altro programma di unione, tra Toyota e Suzuki. I due brand stanno lavorando per unire le forze per rispondere alla necessità di sempre più alti investimenti in nuove tecnologie, come quelle per i sistemi propulsivi, di trasmissione e per lo sviluppo della guida semi-autonoma ed autonoma.
Fabrizio Romano
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