Renault TreZor: Prove tecniche di futuro
Al Salone di Parigi , tra le show car più avveniristiche presenti all’edizione 2016 emerge la concept car TreZor, coupé elettrica ammiratissima, di forte impatto estetico e indubbio fascino.
Anticipazioni di design
Lunga 4,70 metri, larga 2,18 e alta appena 1,08 metri, la Renault TreZor rappresenta stilisticamente un punto di partenza da cui attingere per i futuri modelli della Règie. Spiccano i sottilissimi gruppi ottici anteriori, parecchio sviluppati in orizzontale, caratterizzati dalle immancabili luci a LED.
Sotto questi fari figurano due ampie prese d’aria finalizzate a sé stesse, in quanto non vi è alcun motore termico da raffreddare poiché il propulsore è elettrico. Un rimando alle sportive Anni 60 è dato dal lungo cofano motore anteriore, mentre le fiancate si distinguono per la linea di cintura alta e la scalfatura che percorre le portiere. La vista posteriore per parte sua è dominata dal lunotto, che in realtà è la prosecuzione del tetto in cristallo. Degni di nota, infine, i gruppi ottici sottili.
Focus sulle portiere
Probabilmente l’elemento più scenografico della Renault TreZor sono le portiere, il tetto e il cofano anteriore senza soluzione di continuità, ragion per cui si apre tutto verso l’alto a pieno beneficio dell’accessibilità.
Una caratteristica che sa tanto di auto del futuro, ma difficilmente trasferibile in un’eventuale vettura di serie. Infatti, la TreZor rappresenta un saggio delle capacità stilistiche e tecniche della Renault sottolineato da una notevole spettacolarità di tutto l’insieme, della serie “stupire con effetti speciali” per dirla con le parole di una réclame Anni 80.
Riesce anche a essere classica
Potrà sembrare contradditorio, ma in questo trionfo di modernità c’è spazio per alcuni aspetti classici. Oltre al lungo cofano citato poc’anzi, infatti, figurano gli interni con finiture in legno pregiato e rivestimenti in raffinata pelle.
Un contrasto affascinante e tutt’altro che stonato quello tra i materiali d’antan e i particolari futuristici, come ad esempio la strumentazione elettronica e il sistema che offre tre modalità di guida differenti, ossia standard, sport e autonoma. Quest’ultima, in particolare, si aziona tramite il comando Multisense che “nasconde” il volante e affida completamente la guida alla vettura e al suo motore elettrico, perché di unità termiche qui non vi è semplicemente traccia.
Gian Marco Barzan