Ormai rimane giusto un po’ di matematica a separare Nico Rosberg dal suo primo titolo mondiale in Formula 1, terzo consecutivo della Mercedes, che intanto festeggia il titolo costruttori. Alla casa di Stoccarda spetta solo riconoscere colui che tra i suoi piloti si sarebbe fregiato dell’alloro iridato, ma dopo la corsa di Suzuka sembrerebbe non ci siano più tanti dubbi, calcoli aritmetici a parte.
Nico domina anche in Giappone (prima vittoria in carriera su questo circuito) e guadagna altri dieci punti sul rivale di squadra Lewis Hamilton, distante a questo punto 33 lunghezze. Tanti, con soltanto quattro Gran Premi a disposizione per tentare l’improbabile rimonta. Lewis l’inglese, dopo la pausa estiva che l’aveva portato sul trono, non ha più vinto mentre Rosberg, che pure a luglio sembrava avere il fiato corto, ha ripreso fiducia, ha continuato a viaggiare con il vento in poppa e mettere fieno in cascina.
E’ come se il ri-sorpasso riuscito sul collega-rivale gli avesse restituito quelle energie psico-fisiche che si erano edulcorate dopo la partenza sprint di inizio stagione.
Liberatosi del fardello psicologico di dover convivere con la pressione e i galloni del favorito Hamilton, si è visto un altro Rosberg, che a questo punto può solo lui giocarsi il titolo, l’accesso al libro dei top della Formula 1. Parrebbe difficile che il tedesco possa commettere un’altra volta lo stesso errore di dissipare un simile capitale, quando il torneo è ormai agli sgoccioli, soprattutto ora che Hamilton sembra non averne più. Anche se, storia insegna, la matematica è comunque da rispettare.
La falsa partenza di Hamilton in quel di Suzuka, nel giorno in cui avrebbe dovuto dare un segnale di forza dopo la cocente delusione in Malesia, assomiglia tuttavia quasi a una resa, specie se unita alle dichiarazioni post gara dell’attuale campione iridato. Vero che, dopo aver perso sette posizioni all’inizio, con la sua Mercedes Hamilton è poi riuscito a rimontare fino al terzo posto, andando a insidiare anche la piazza d’onore presa da Verstappen (anche oggi superlativo), ma perdere tempo in partenza, come con il freno a mano tirato, contro questo ravvivato Rosberg è un lusso che l’inglese non può permettersi.
Lo scatto d’orgoglio dimostrato successivamente in pista da Hamilton lascia ancora accesa la fiammella della speranza per sovvertire un pronostico che sembra comunque scritto.
Le Ferrari invece mancano ancora il podio, come tante volte è successo in stagione. Stavolta il compito si presentava in salita vista anche le penalizzazioni di Vettel (arretrato di tre posizioni al via causa lo scontro in Malesia con Rosberg), e di Raikonnen che ha pagato la sostituzione del cambio. La Rossa comunque non ha demeritato, anzi ha regalato un primo giro da favola superando sia Ricciardo sia Perez e ritrovandosi subito in zona podio dietro Verstappen e l’imprendibile Rosberg.
Il problema è che, come altrettanto troppo spesso è capitato quest’anno, la Ferrari non riesce a dare continuità durante la gara e finisce per perdersi in strategie azzardate, o discutibili, come quella che dà via libera ad Hamilton, nel frattempo arrivato a insidiare il podio in quel momento occupato dai ferraristi. Ad esempio, Vettel ha tardato a rientrare ai box per la seconda sosta: l’obiettivo era tentare lo sprint finale con le gomme soft ma i meccanici perdono troppo tempo a montarle permettendo ad Hamilton di recuperare i 15 secondi di ritardo accumulati nei confronti del tedesco, che oltretutto ha avuto più problemi nel farsi sarda con i doppiati. Un peccato, anche perché il passo avuto a Suzuka non è stato per niente male. Come dice Vettel, la Rossa non è stata inferiore alle rivali; il podio era alla porta.
Invece arrivano un quarto e un quinto posto che si inseriscono di diritto all’interno del calderone già ampio delle occasioni perse.
Chi gode alla fine sono la Red Bull (che allunga a +50 i punti per il secondo posto in classifica costruttori) e la Mercedes che oltre alla vittoria come team, può tirare fuori lo champagne per festeggiare un altro titolo piloti, per il quale serve solo riconoscere il suo destinatario definitivo. A Rosberg basterà arrivare tre volte e una volta terzo per brindare a un Campionato meritato, dopo la nona vittoria stagionale ottenuta in Giappone: impresa fattibile…
Andrea Sicuro