L’ultima zampata, trovata in casa per salutare il team Movistar. Jorge Lorenzo, “Por Fuera”, si lascia così alle spalle un connubio che in nove anni ha prodotto tre titoli mondiali, 44 vittorie e 39 pole e può pensare ora alla sua nuova avventura in Ducati, dove affiancherà Andrea Dovizioso, con il compito di riportare quel titolo mondiale che a Borgo Panigale manca davvero da troppo tempo, dall’epoca d’oro di Casey Stoner.
A Valencia si è visto il miglior Jorge, quello di inizio stagione, capace di martellare gli avversari macinando giri veloci e che però si è visto poche volte in un’annata in cui il dualismo con Rossi si è incancrenito fino a un punto di non ritorno rendendo inevitabile il divorzio tra i due.
Valentino potrà ora recitare un ruolo da primo attore all’interno del team di Motegi, con un Maverick Vinales in più a cui fare da chioccia, in attesa che il ragazzo si faccia le ossa dopo la prima (convincente) stagione nella categoria dei grandi.
La Yamaha ritrova anche quel successo continuamente inseguito dopo Montmelò, dieci Gran Premi fa, quando sembrava che la casa giapponese fosse destinata a disputare un ben altro campionato.
Gara in solitaria quella condotta dall’ex campione del mondo che chiude davanti al neo detentore del titolo iridato, Marc Marquez e ad Andrea Iannone che soffia il terzo posto a Valentino al termine di un duello avvincente, senza esclusione di colpi.
Lorenzo scatta subito al via confermando le avvisaglie che si erano già viste nelle qualifiche, ovvero che in Spagna si giocava il jolly e avrebbe cercato di non lasciare nulla a nessuno.
I suoi compagni della prima fila, Marquez con la sua Honda e Rossi con l’altra Yamaha, non fanno altrettanto, anzi vengono subito passati da Iannone e Vinales. Dietro l’imprendibile Lorenzo, la corsa si consuma a suon di sorpassi e controsorpassi con il ducatista subito grande protagonista che si porta dietro al Mantillo.
Al quinto giro il Dottore passa il suo futuro compagno di squadra, imitato subito dopo da Marquez, e va a caccia del connazionale, scivolato a 5” di svantaggio da Lorenzo. Il Cabroncito risale a metà gara, una volta risolti i problemi alla frizione che in avvio di gara ne avevano limitato il rendimento, e si piazza al secondo posto lasciando ai due italiani il duello per salire sull’ultimo gradino del podio. A due giri dalla fine la spunta quindi Iannone, complice anche la maggior usura delle gomme patita dal pesarese.
A proposito di addii: anche quello dell’abruzzese alla Desmosedici ha il sapore dolce che indora una pillola amara di una stagione in cui è stato spesso criticato ma nella quale ha avuto il merito di rompere il tabù di una vittoria nella classe regina. Gara solo amara invece per Andrea Dovizioso, costretto, dopo la vittoria di Sepang, a una corsa meno baldanzosa, chiusa al settimo posto a 18” dalla vetta. Marq Marquez ha già dato, ha già il suo trofeo da sfoggiare come il migliore del Campionato MotoGP. Sipario.
Andrea Sicuro