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Parcometri elettronici: E se il Comune non si adegua?

A partire dal 1 gennaio 2017, tutti i parcometri devono garantire la memorizzazione elettronica. Ma la sosta sulle strisce blu va pagata oppure no se il parcometro non ammette il pagamento con il bancomat o con la carta di credito?


L’Italia è indietro nell’adozione di tecnologie avanzate per la mobilità urbana. Dei 25.000 parcometri presenti in Italia meno della metà, 12.000 unità,  è abilitato ai pagamenti elettronici e da gennaio 2017 è obbligatoria anche la trasmissione telematica dei corrispettivi alla Agenzia delle Entrate. La Legge stabiliva che, entro il primo luglio 2016, tutti i Comuni abilitassero i parcometri installati ad accettare i pagamenti con bancomat e carte di credito/debito.

Nonostante dal 1 luglio 2016 è effettivamente entrato in vigore l’obbligo della funzione bancomat sui parcometri, solo alcune Amministrazioni si sono attivate per adeguarsi alla normativa, ma molte altre  appellandosi ad una “oggettiva impossibilità tecnica” che  in realtà si verifica solo in zone non raggiungibili dalle linee telefoniche su cui viaggiano le transazioni con le carte, non si sono ancora adeguate. Da qui l’interpretazione di uno studio legale secondo cui “in mancanza dei dispositivi attrezzati col bancomat, gli automobilisti potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati”.

Però i Comuni continuano a sanzionare creando confusione. Allora la sosta sulle strisce blu va pagata oppure no se il parcometro non ammette il pagamento con il bancomat o con la carta di credito?

Oggettivamente, è il Codice della strada a determinare l’obbligo, per i cittadini, di rispettare le norme di circolazione. La legge di stabilità regolamente solo le norme amministrative. Quindi, la sosta va pagata.
Tuttavia, essendo la problematica assai recente, bisognerà attendere l’esito delle prime sentenze sulla questione per poter esprimere una corretta interpretazione.

E’ comunque possibile, se non doveroso, denunciare in prefettura o al ministero delle infrastrutture, l’omissione della pubblica amministrazione rispetto all’obbligo previsto dalla legge di stabilità.

Ma c’è un caso in cui le multe sulle strisce blu sono illegittime: quelle in cui si sanziona la permanenza oltre il tempo “acquistato” nelle aree in cui si può sostare illimitatamente.
In fatti  il ministero delle Infrastrutture ha precisato che: «In caso di omessa corresponsione delle ulteriori somme dovute, l’applicazione della sanzione di cui all’art. 7 c. 15 CdS non è giuridicamente giustificabile, in quanto l’eventuale evasione tariffaria non configura violazione alle norme del CdS, bensì un’inadempienza contrattuale, da perseguire secondo le procedure «jure privatorum» a tutela del diritto patrimoniale dell’ente proprietario o concessionario».

Nonostante questo, sia i vigili che gli ausiliari della sosta continuano a fare le multe se il tempo di sosta supera quello indicato. Per contestare la sanzione è necessario rivolgersi al prefetto (gratuitamente) oppure depositare un ricorso al giudice di pace, per il quale però è richiesto un contributo unificato di 43 euro.

Gildo Campesato, Direttore Responsabile di CoReCom (Comitato regionale per le comunicazioni), ha dichiarato “Siamo partiti in ritardo ma cresciamo a ritmi più alti dell’Europa. Nel 2018 è previsto un valore di 246 miliardi di euro per il digital payment: la forchetta con i pagamenti cash si riduce. Ciò non toglie che l’Italia resta il paese del contante, con tassi di utilizzo della moneta digitale inferiore a tutti i paesi Ue tranne la Grecia. È ora di colmare il ritardo perché anche la trasformazione nei pagamenti contribuisce alla trasformazione del Paese

Dal 1° gennaio 2017 sapremo se l’Italia sarà pronta ad affrontare i cambiamenti in atto, coordinando Amministrazioni Comunali, fornitori di parcometri e gestori della sosta, con l’obiettivo comune di fornire un servizio chiaro e semplice per il cittadino.

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