A confronto l’ Alfa Giulia Quadrifoglio e la Maserati Ghibli S Q4 che rappresentano le massime espressioni tecnologiche tra le berline italiane di categoria medio alta. Entrambe hanno performance globali di assoluta eccellenza, linee affascinanti e non temono confronti con le rivali più importanti.
Cuori Ferrari
Sia l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio che la Maserati Ghibli S Q4 hanno motori di derivazione Ferrari (nel caso della berlina del Tridente, tra l’altro, la produzione avviene a Maranello), tuttavia le unità in questione non sono nemmeno lontanamente “parenti” tra loro. Contrariamente a quanto si è scritto da più parti, infatti, il propulsore dell’Alfa è un inedito 6 cilindri a V di 90° 2.891 cc derivato dal V8 della Ferrari California T, mentre l’unità che equipaggia la Maserati è un 6 cilindri a V di 60° 2.979 cc. Entrambi adottano la sovralimentazione mediante due turbocompressori, mentre riguardo la potenza il V6 Alfa eroga 510 CV a 6.500 giri/min. e il V6 Maserati 410 CV a 5.500 giri/min.. Un gap abbastanza importante, che tuttavia si riduce molto in termini di coppia massima, in quanto l’unità del Biscione sviluppa 600 Nm, contro 550 Nm del motore con impresso il Tridente. Differenze sostanziali vi sono sul fronte delle prestazioni. Al riguardo, la Giulia Quadrifoglio stacca lo 0-100 km/h in 3”9/10 e raggiunge 307 km/h di velocità massima, mentre la Ghibli S Q4 fa segnare 4”8/10 e 284 km/h. Si tratta per entrambe di performance superiori a quelle di ogni concorrente diretto.
Dal punto di vista della trasmissione, l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio adotta la classica trazione posteriore, alla quale la Maserati Ghibli S Q4 risponde con un sofisticato sistema integrale. D’accordo, la berlina del Tridente è disponibile anche con la trazione posteriore, ma è con la tecnologia Q4 che riesce ad esprimere il meglio dal suo raffinato assetto e pareggiare il conto con la “rivale” di Arese in termini dinamici. Riguardo il cambio, due sono le scelte per la Giulia Quadrifoglio, ossia il manuale a 6 rapporti e l’automatico ZF a 8 marce. Quest’ultimo, con le dovute specifiche, è l’unica opzione riguardo la Ghibli. Infine, a nostro personalissimo avviso l’Alfa va scelta con il cambio manuale, prima di tutto perché restituisce al pilota il piacere di controllare al meglio la vettura, poi in virtù del fatto che il sistema in questione ha sia la funzione “doppietta automatica”, sia un dispositivo che permette di passare al rapporto superiore senza sollevare l’acceleratore. Quando si sceglie l’automatico, invece, si può contare sui fantastici paddle in metallo fissi al piantone, come avviene a bordo della Maserati.
Prima di affrontare il discorso delle sospensioni è bene chiarire come le due berline italiane abbiano pianali completamente differenti. A quest’ultimo proposito, infatti, riguardo l’Alfa Romeo Giulia si è partiti dal classico “foglio bianco”, realizzando la piattaforma Giorgio sulla quale si baseranno anche altri modelli di Arese del futuro, Stelvio in primis. La Maserati Ghibli per parte sua è realizzata sulla struttura della Quattroporte, a sua volta di derivazione (molto alla lontana, considerate le modifiche) Chrysler 300 C.
L’Alfa, inoltre, fa un largo impiego di materiali volti alla riduzione del peso come la fibra di carbonio, ragion per cui la massa ammonta a 1.580 kg contro i 1.870 della Maserati. Forti analogie tra le due in termini di layout sospensivi, in quanto entrambe associano i doppi quadrilateri deformabili anteriormente el multilink posteriore. Multilink invero più raffinato riguardo la Maserati, grazie ai cinque bracci contro i quattro e mezzo dell’Alfa. Nella dotazione comune figurano pure gli ammortizzatori a controllo elettronico che contribuiscono a limitare al massimo i moti di cassa nella guida sportiva. Infine, grazie a un’accurata disposizione meccanica, entrambe vantano la distribuzione dei pesi di 50-50 sui due assali.
Raffinata scuola motoristica italiana
Una volta avviato il motore della Giulia Quadrifoglio si rimane impressionati dal sound brutale, evocativo di una potenza elevatissima che si manifesta alla prima accelerata. Nonostante i rapporti assai lunghi del cambio manuale a 6 marce, le riprese sono fulminee ad ogni regime e la “cattiveria” si palesa continuamente, a meno di non selezionare il programma del DNA che esclude una bancata di cilindri per contenere i consumi. Dubitiamo, però, che tale funzione venga utilizzata spesso da quanti sono al volante della Giulia Quadrifoglio, i quali vorranno apprezzare spesso e volentieri tutto il “carattere” Ferrari declinato secondo le specifiche Alfa.
Riguardo la Maserati Ghibli, il suo V6 ha un sound completamente diverso e decisamente più armonioso, mentre la maggior “schiena” ai bassi regimi compensa l’allungo inferiore rispetto all’unità della Giulia. In definitiva, si tratta di due grandissimi esempi di alta tecnologia motoristica italiana, accomunati dalla progettazione (e dalla produzione nel caso della Maserati) Ferrari.
Nelle curve la Maserati sorprende favorevolmente
L’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio si inserisce nelle curve “alla velocità del pensiero”, mantiene la traiettoria impostata in modo esemplare e posizionando il DNA in Racing restituisce al pilota capace il piacere di domare il sovrasterzo di potenza. Avantreno e retrotreno lavorano in perfetta simbiosi, mentre lo sterzo è il più diretto della categoria ma è anche, a nostro personalissimo avviso, sempre piuttosto leggero. Con un grande equilibrio del genere in termini di assetto, motore e freni, non stupisce affatto che la Giulia Quadrifoglio abbia staccato un tempo da record al Nurburgring, “stracciando” la BMW M3 e tenendo testa a vettura più potenti.
La Maserati Ghibli S Q4 ha un assetto decisamente meno estremo, tuttavia si difende benissimo nelle curve e la sua maneggevolezza farebbe supporre un peso decisamente inferiore ai 1.870 kg reali. Inoltre, normalmente il 100% della coppia è indirizzato alle ruote posteriori, ma in caso di perdita di trazione dovuta a eccessive velocità in curva, brusche accelerazioni o bassissimo grip al retrotreno, in soli 150 millisecondi il sistema Q4 è in grado di attuare fino a una distribuzione 50:50 tra i due assali. L’aderenza è quindi massima anche in condizioni difficili, cosa che ovviamente non avviene riguardo l’Alfa per via della trazione esclusivamente posteriore. Senza dimenticare il fantastico sterzo della Ghibli con servoassistenza idraulica, caratterizzato da un carico maggiore rispetto al comando della Giulia (servoassistito elettricamente) e in definitiva migliore. Rimane la curiosità di come si comporterebbe un’eventuale Alfa Giulia Quadrifoglio a trazione integrale, ma temiamo non lo sapremo mai.
Questione di stile
Dal punto di vista estetico, l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio non fa certo mistero delle sue elevatissime performance in virtù di aspetti come il diffusore posteriore, i due terminali di scarico asimmetrici per lato, le prese d’aria profuse a piene mani, l’alettone in carbonio e le ruote specifiche citando gli esempi più lampanti. Come avviene per tutte le altre Giulia, il frontale è inconfondibilmente Alfa Romeo nella sua aggressività, mentre le fiancate tradiscono più di una somiglianza con la BMW Serie 3 e la parte posteriore richiama nei gruppi ottici il mondo Maserati. Si tratta comunque di una linea che si impossessa magistralmente di quella “bellezza necessaria” a ogni Alfa Romeo che si rispetti e, detto molto francamente, questo è l’aspetto di maggiore importanza. Gli interni appaiono i più curati di sempre riguardo le Alfa Romeo e non è solo questione di (ottimo) assemblaggio, ma anche di una spasmodica attenzione ai dettagli, di comandi realizzati in esclusiva “buttando alle ortiche” qualunque carry over e della presenza di cenni al passato.Per esempio, le bocchette laterali di climatizzazione sono nettamente ispirate a quelle dell’Alfetta GT anche se non l’ha notato nessuno.
La Maserati Ghibli ha una linea di bellezza drammatica, eguale solo a se stessa e con quei vetri “a giorno” che rimandano alle granturismo della Casa di Modena. Uno stile che, ne siamo certi, furoreggerà fra trent’anni nei concorsi di eleganza di tutto il mondo. Gli interni rappresentano un trionfo di alto artigianato, grazie a pellami e legni pregiati e a un livello ineccepibile nei montaggi che non teme concorrenti. Certo, a differenza di quanto avviene a bordo della Giulia, vi sono alcuni particolari presi tout court dalla produzione Chrysler, come i tasti alzavetri e la rotella di accensione fari; un carryover francamente discutibile. In compenso i paddle del cambio automatico fissi al piantone sono esclusivi e assecondano nel migliore dei modi la guida sportiva. Guida in cui la Maserati Ghibli S Q4 è seconda solamente a un’altra vettura italiana, che risponde al nome di Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio.
Gian Marco Barzan
Alfa Giulia Quadrifoglio
Maserati Ghibli S Q4