Il peso medio aumenta, ma anche il tempo per guidare
Dopo lunga preparazione, dei nuovi manichini obesi e anziani stanno per essere utilizzati nei crash test degli USA. I dummies, utilizzati per provare la sicurezza dei veicoli, si adeguano ai tempi e alle condizioni odierne di guidatori e passeggeri statunitensi.
Si tratta di modelli che simulano adulti ingrassati, fino ad essere “obesi“, o signori e signore in età matura, intorno ai 70 anni. Del resto si mangia di più (almeno nei Paesi occidentali, mediamente c’è meno cura per il fisico e la salute (americani in test), però si guida sempre più a lungo, avanti con l’età. Quindi i manichini sono diventati davvero necessari per rappresentare i cambiamenti. Importanti le tecnologie delle vetture, ma anche le condizioni di chi le utilizza.
I primi, i manichini “grassocci”, sono stati impostati valutando un peso medio di una persona di 123 kg, rispetto ai 77,1 kg presi come standard per i simulatori di adulti nei crash test normali.
Del resto i dati degli studi parlano chiaro. Nel 1980, problemi di obesità riguardavano circa il 15% degli adulti. Oggi, le persone considerate obese sono aumentate considerevolmente, sfiorando il 40% della popolazione adulta.
Quanto all’età, il manichino è pensato comunque un po’ sovrappeso, con giunture a replicare un tono osseo-muscolare inferiore e il torso disegnato sul modello di una signora più vanti con gli anni, quasi anziana.
I profili delle persone rappresentano i cambiamenti
Entrambe questioni rilevanti per comprendere ancora meglio ciò che incide sulla sicurezza di guidatori e passeggeri. Che fosse necessario inserire delle nuove variabili nei crash test delle auto è chiaro da anni, e la decisione formale risale almeno al 2011. Il programma è diventato realmente, concretamente applicabile, come riportava un servizio della BBC, nel febbraio 2015.
Tra omologazioni e burocrazie, negli States sono arrivati alla realtà dei fatti. I manichini obesi, o abbondantemente sovrappeso, e quelli “anzianizzati”, sviluppati dall’International Center for Automotive Medicine (ICAM) dell’università del Michigan, devono entrare nei parametri di valutazione dei crash test.
Sono stati scanditi migliaio di corpi per ottenere i “profili standard” ideali. Le fattezze del corpo sono decisive per verificare le conseguenze di un incidente, e oggi trovare persone appesantite e/o avanti con l’età è abbastanza consueto, come dicono gli ideatori. In entrambi i casi le persone a bordo di un’auto tendono molto più facilmente a scivolare sotto le cinture di sicurezza in caso di tamponamenti e urti frontali.
Prossima tappa, sarà riuscire a valutare con algoritmi anche variabili date dal progressivo cambiamento del tono muscolare o delle condizioni osteoarticolari, della forza, della resistenza.
Redazione MotorAge.it | Fabrizio Romano