Lancia: si spengono le ultime speranze di rilancio?
Al recente Salone di Ginevra, Sergio Marchionne è stato piuttosto eloquente circa il destino del prestigioso marchio torinese: “Per il rilancio della Lancia non ho visto progetti convincenti”
Ypsilon tuttofare
Era tra i marchi più attesi ma Marchionne ha stroncato tutte le aspettative. “Per Lancia non ho visto progetti convincenti per il rilancio, mi dà fastidio non poterla finanziare ma senza progetti convincenti si rischiano di fare pasticci, quindi preferisco lasciarla stare. Preferisco fare bene il rilancio di Alfa Romeo piuttosto che dedicarmi alla Lancia”. Con questa dichiarazione Sergio Marchionne, AD di FCA, al recente Salone di Ginevra che lascia ben pochi dubbi sul futuro dell’ex Casa di Chivasso. Un futuro legato esclusivamente al mercato italiano e a un solo modello, quella famosa Ypsilon che ancora oggi ha uno straordinario successo commerciale, ma il cui ciclo vitale dovrà per forza di cose finire un giorno. E quel giorno sarà praticamente impossibile trovare bell’e pronta una vettura che ne raccoglierà l’eredità, perché un marchio non può reggersi su un solo modello.
La strada senza uscita dei rebadge
L’ultimo tentativo di rilancio del brand torinese risale al 2011, quando furono presentate le Thema, Voyager e Flavia Cabriolet. Si trattava in sostanza di Chrysler “rimarchiate” Lancia con qualche personalizzazione specifica interna e, nel caso della Thema, un motore Made in Italy, ossia l’eccellente 3.0 V6 diesel MultiJet della VM. Inutile dire che nonostante i proclami a suon de “il meglio di due mondi” e il porre l’accento su un certo parallelismo tra i marchi Lancia e Chrysler, queste operazioni di rebadge non hanno avuto successo.
E pensare che la Thema su base Chrysler 300 è stata un’ottima auto, realizzata con criteri di alta qualità e con una dotazione di serie da fare invidia a molte concorrenti. Peccato sia stata prodotta solo con motori 3 litri, quando perfino Jaguar con la XF ha proposto un due litri diesel a partire da 163 CV. Senza dimenticare il fatto che chi acquistava una Thema 3.0 V6 diesel si trovava alle prese con l’antidiluviano cambio automatico Nag di origini Mercedes, decisamente meno moderno rispetto a quanto proponeva la progenitrice Thesis (sfortunata anch’essa dal punto di vista commerciale).
La rivalità in casa con l’Alfa ha pesato
Riunire sotto lo stesso tetto marchi concorrenti come Alfa Romeo e Lancia non sempre ha giovato, specialmente per quanto concerne la Casa torinese. Probabilmente sono stati compiuti errori di marketing, fatto sta che fin dai tempi dell’esordio dell’Alfa 164 il problema di questa convivenza si è dimostrato. Infatti ha portato i vertici Lancia a far ristilizzare “in fretta e furia” la Thema, quella vera, nel timore che l’ammiraglia di Arese erodesse quote di mercato alla loro vettura. In realtà, 164 e Thema sono convissute abbastanza bene, ma il problema si è presentato anni dopo con l’anonima e poco riuscita K che non aveva l’appeal e il comportamento su strada della coeva Alfa 166. E quando nel 2003 il bravissimo designer Flavio Manzoni creò quell’opera d’arte della nuova Lancia Fulvia Coupé, la decisione di non produrla, nonostante le richieste da tutto il mondo, fu dettata molto probabilmente dal non voler interferire con l’Alfa Romeo che si apprestava a presentare la GT.
Anni irripetibili per Lancia
Il massimo splendore Lancia l’ha vissuto nella seconda metà degli Anni 80 e nei primissimi Anni 90, quando aveva una gamma completa e soprattutto l’indimenticabile Delta che vinse sei Mondiali Rally consecutivi. Una macchina straordinaria e lo si capì fin da quella storica presentazione in Sardegna, primavera 1986, della Delta HF 4WD. Fu l’inizio della storia di Lancia stradali dalle prestazioni eccezionali e nel contempo mattatrici nei rally, che proseguì con le varie HF Integrale 8 valvole, HF Integrale 16 valvole e HF Integrale Evoluzione (soprannominata “Deltone” dagli appassionati). Inutile dire che le Delta rappresentavano la gioia dei concessionari Lancia di tutto il mondo, assieme alla riuscitissima Thema (che si permetteva il lusso di un motore Ferrari sulla top di gamma 8.32).
Dopo di loro cominciò il lento declino di prodotto e commerciale, con le varie Delta seconda serie (manco lontanamente paragonabile all’originale), K e Lybra. Quest’ultima ristilizzata ancor prima di debuttare a causa di continui rinvii. Fin da allora, in pratica, il fatturato Lancia era in mano alla piccola Ypsilon nelle sue varie serie e, salvo un buon successo iniziale, la Delta terza edizione su base Fiat Bravo non ha certo furoreggiato e l’ammiraglia Thesis men che meno. Il resto lo conosciamo.
Un marchio di grande prestigio ancora oggi
Lancia vanta una ricchissima storia d’innovazioni tecniche, basti pensare al primo motore V6 al mondo progettato dall’ingegner De Virgilio per l’Aurelia negli Anni 50, alle sospensioni posteriori della Beta con due bracci oscillanti trasversali poi riprese dalla vincente Delta, od ancora agli alberi controrotanti di equilibratura apparsi per la prima volta in assoluto nel 1984 sul motore della Thema i.e. Turbo, giusto per fare alcuni esempi. Ma la storia migliore di Lancia passa anche attraverso linee eleganti e inconfondibili, spesso opera di grandi firme come Giugiaro, Pininfarina e Zagato, interni raffinati e una lunga militanza nelle competizioni, dalla D50 di Formula 1 alla Delta Integrale nel Mondiale Rally, senza dimenticare le varie Fulvia HF, Stratos, 037, Delta S4 e la LC2 del Mondiale Endurance, l’ultima Lancia da pista.
Infine, non è assolutamente vero come si è sentito affermare in giro che la Lancia sia poco conosciuta e apprezzata fuori dall’Italia, perché è l’esatto contrario. Al riguardo, basti pensare ai club a lei dedicati in tutto il mondo. E poi provate a viaggiare in Francia o in Gran Bretagna al volante di una Delta HF Integrale; avrete sguardi di ammirazione, sarete fermati a ogni semaforo e oggetto di mille e più foto. Perché Lancia è viva e vegeta negli appassionati di belle automobili di tutto il mondo, si alimenta del suo glorioso passato ed è incredibile come molti estimatori siano giovanissimi. “E allora cari designer e tecnici di FCA, fatevi avanti, proponete progetti convincenti per riportare Lancia in auge”. Magari la frase di Marchionne va decifrata ed è uno sprone ai progettisti, chi lo sa…
Gian Marco Barzan
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Ma mandatelo a casa Marchione! Al posto suo ci vuole qualcuno che ha più coraggio di mettersi in gioco
Si infatti malchionne il discorso è solo perché non cia voglia di piazzare lancia perché lui è convinto che lancia doveva essere una fusione Chrysler che stupidità di malchionne e quella che lui non ha preso in considerazione di rifare la delta indegrale
Non ha mai nemmeno preso in considerazione la possibilità di far rinascere il marchio Lancia
Ma quali progetti ha visto? Niente che costa poco probabilmente
Non ha più soldi!