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Perché PSA ha comprato Opel – infografica

Operazione economica o politica?

Perché l’amministrazione del Gruppo PSA ha deciso di acquisire Opel e Vauxhall? Un quesito intrigante per un’operazione a rischio. Non si trova facilmente un’evidenza economica o industriale in tale gigantesca operazione commerciale. Certo non basta dire che fare joint-venture sia vantaggioso. Anche se di fatto si è creato il secondo polo produttivo nel Continente, subito dopo il Gruppo Volkswagen. Ma è la decisione di affrontare l’operazione che solletica la voglia di capire. Qualche dato lo si può apprendere dall’infografica che pubblichiamo.

Conti in rosso. Mary Barra appoggia Trump: “operazione giusta”

Nonostante vari tentativi di ristrutturazione aziendale, la filiale europea di GM (Opel-Vauxhall) è un’emorragia nei conti del colosso americano dell’auto, da molti anni..  Almeno da 16 anni GM Europa chiude con bilanci in perdita; dal 2000 ha creato un buco di oltre 15 miliardi di euro. Solo nel 2016 ha perso 257 milioni di euro. E la sua quota di mercato in Europa è scesa dal 10 al 7 % negli ultimi sette anni.

In un intervista,  l’amministratore delegato di General Motors, Mary Barra, ha dichiarato: “È stata una decisione difficile, ma è quella giusta”.

Ci fidiamo della “stratega” di GM, la donna più potente al mondo secondo il magazine Fortune. Ma la Barra fa anche parte della commissione di consiglieri di Donald Trump; per le strategie economiche. Pensare che il presidente degli Stati Uniti abbia dato il suo appoggio a GM per liberarsi del “peso” europeo è abbastanza lecito, se non scontato.

E da parte di PSA? Perché affrontare tanti problemi? Quanto conta GM Financial, la finanziaria del brand US in Europa?

Tra le possibili motivazioni c’è certo il vantaggio delle sinergie per componenti e piattaforme. Inoltre PSA sta investendo molto sui servizi di mobilità alternativi, come car sharing e veicoli in condivisione, e poter ampliare la copertura sul mercato sarà importante, con monovolumi e LCV.  Inoltre PSA si sta espandendo su nuovi mercati (mentre GM ha rinunciato alla Russia). Tutti nuovi scenari per il futuro che potrebbero aggirare le condizioni di sovra capacità produttiva già noti in Europa.

Rimane il solito rischio dei prodotto sovrapponibili, e che l’unione di brand deve concretizzarsi anche negli aspetti logistici, nel seguire una linea di pensiero commerciale, nei vertici aziendali come negli impiegati. Come è stato fatto per Peugeot e Citroen. Con i tedeschi potrebbe essere un po’ più impegnativo.

Di fatto, PSA e GM hanno concluso e firmato l’operazione in poche settimane, nonostante i freni del governo tedesco, che non ha gradito la velocità delle trattative e ha posto condizioni perché siano salvaguardati gli stabilimenti in Germania.

Dall’alto di PSA, Carlos Tavares dice che riporterà Opel in attivo entro il 2020.

Intanto c’è ancora molto da capire e scoprire.

Fabrizio Romano

infografica

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