Riorganizzata, imbestialita, Shakedown Challenger alla prova per diventare un altro simbolo americano.
Quando il soggetto è una Dodge Challenger si parla di un’auto simbolo del motorismo americano, oggi tenuta ancora ben in vita sul mercato dei grandi appassionati di sportive che “lasciano il segno”. Costantemente saltano fuori versioni personalizzate ed edizioni speciali o specialissime. O anche esemplari da far “assaggiare” prima di deciderne la produzione on serie.
Come la Dodge Shakedown Challenger, riorganizzata per avere un suo modo di rappresentare lo spirito hot rod. Come avviene con i veicoli davvero protagonisti, ne si respira l’essenza, la forza che va oltre alla somma delle sue parti.
L’aspetto è solo leggermente modificato rispetto al glorioso Challenger del 1971, e dentro al cofano sfoggia un moderno motore 6.4L HEMI ritoccato da Mopar, capace di scaricare sulla strada 485 hp attraverso la trasmissione a 6 rapporti. Anche le Porsche piangerebbero.
Le sospensioni “custom” che i preparatori hanno dedicato alla Shakedown sono ribassate di circa 25 mm rispetto a quelle originali, lasciando comunque posto per far montare le ruote da 19″ e 20″ e i freni della SRT Hellcat, mentre la fanaleria è ripresa dalla Challenger 2017.
Gli interni svelano alcune modifiche alla strumentazione, nonché sedili anteriori e volante presi dalla Dodge Viper. La carrozzeria è lavorata con una speciale verniciatura in Bitchin Black con dettagli e finiture rosse-arancio utilizzate anche per loghi, striature, per i grandi dischi freni e nell’abitacolo.
Redazione MotorAge.it | Fabrizio Romano
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