Concept di culto nel regno di Moab, terra dell’off-road estremo e alternativo.
L’anno 2017 segna il 51° appuntamento del famoso Easter Jeep Safari. Evento di culto per i puristi dell’off-road che si tiene nel deserto e tra le rocce di Moab, nello Utah, USA. Non a caso è considerato il territorio privilegiato dei “Rockcrawlers“, gli arrampicatori delle rocce, che qui si esibiscono in virtuosismi pazzeschi (che qualche volta finiscono in altrettanto spettacolari ribaltamenti) e mettono in mostra preparazioni dei fuoristrada estreme, con assetti, suspension-lift e kit speciali amatissimi dagli off-roaders.
Ma questo show di Moab è anche il Regno di Jeep e di Mopar, lo specialista in accessori e preparazioni del brand americano. Ancora una volta hanno creato per l’occasione alcuni veicoli unici, a riaffermare la propria storica propensione verso le prestazioni per l’off-road più rude.
I protagonisti maggiori sono al solito modelli modificati e concept di Wrangler, Cherokee e Grand Cherokee. Per quest’ultimo, quest’anno è stato preparato il Gran One, moderna interpretazione del modello realizzato sul pianale ZJ del 1993. Un Compass ha” preso l’ascensore”, con le ruote da 18″ a spalla abbondante, sospensioni ad aria e sedili customizzati, per trasformarsi nel Trailpass. Più o meno il trattamento riservato al Wrangler Luminator, che tra l’altro sfoggia un bel winch, tenda incorporata nel tetto, e una presa d’aria a sette fori apribili, quante le feritoie della calandra, tipico simbolo Jeep.
Ma il Wrangler è rappresentato in molteplici varianti, tra cui l’intrigante concept stile “hot rod” in total-black, a tetto ribassato e parti cromate. Spiccano come stelle nel Quicksand, inclusi roll-bar, finiture, il cilindrone che ospita un mega winch, e soprattutto gli otto trombocini sul cofano a raffigurare la potenza del motore Hemi. Anche gli interni esprimono atmosfere “Vintage” accuratamente rimodernate, tra strumenti classici, tanta pelle rossa e cromature, contagiri a centro plancia e interruttori “old times”.
Da citare poi il Safari in una moderna espressione high-tech, dal design di paraurti e cerchi alle portiere ottenute da alluminio e vinile trasparante, fino al tetto che fa da base di atterraggio per il drone. All’effetto contribuisce la batteria di luci Led e il bianco della carrozzeria, segnata da un profilo giallo che richiama le finiture interne. A bordo ci sono tutti materiali lavabili, che non si inzuppano, e a centro plancia un grande display 7″ o 10″.
Redazione MotorAge.it | Fabrizio Romano