Stampa 3D: la rivoluzione nell’automotive
Costruttori e laboratori investono sulla stampa 3D. Ed ecco ricambi e prototipi, Shelby, Willys e utility vehicle.
Di recente si è svolta a Bolzano una interessante conferenza con tema la stampa 3D applicata all’automotive. In quel caso ai ricambi per autovetture e modelli d’epoca, ma le frontiere si stanno velocemente allargando. Così il dibattito ha solleticato la curiosità, per vedere a quali sviluppi è arrivata questa nuova tecnologia.
La stampa in 3D è un’evoluzione straordinaria della stampa tradizionale. Anzi, si sta dimostrando una tecnica rivoluzionaria per l’industria in genere, inclusa quella del mondo dell’automotive. Nella progettazione di parti di veicoli nuovi quanto per replicare pezzi d’epoca. E mettiamo pure le centinaia, migliaia di modellini 3D nelle scale più svariate.
Tramite una stampante 3D è possibile stampare oggetti reali, ricreando fedelmente un qualsiasi modello tridimensionale grazie a sempre più sofisticati programmi di modellazione 3D. Ormai è possibile realizzare anche sistemi in movimento.
Diverse fabbriche automobilistiche (e motociclistiche) utilizzano delle stampanti 3D, come Ferrari, BMW o Ford. Il Gruppo PSA (Peugeot. Citroen. DS) ha appena siglato una partnership con la startup americana Divergent, che ha sede a Los Angeles. PSA afferma che nel suo centro ricerche di Velizy, vicino a Parigi, stanno realizzando non solo delle parti di veicoli da utilizzare nelle linee di montaggio, ma anche pianali interi e carrozzerie, per arrivare a strutture e prototipi di veicoli interi.
Gli esempi si moltiplicano. General Motors ha investito oltre 30 milioni di dollari per procedere con i test di automobili più o meno parzialmente stampate in 3D. Lavorazioni leggere, veloci e a basso costo.
Ricambi, sportive, sport utility in 3D. arriva il “boom”.
Per i veicoli che escono dalle fabbriche significherà sempre maggiore leggerezza e costi ridotti. Per le auto d’epoca, vuol dire risolvere i problemi dei pezzi e ricambi introvabili, ottenendo repliche fedelissime.
Potremmo stamparci direttamente veicoli e auto d’epoca. Le potenzialità sono già in evidenza. Ce le mostrano aziende come la bolzanina Orma Solutions, oppure, da oltreoceano l’Oak Ridge National Laboratory, specializzato in progetti sull’energia e sulla stampa 3D. Alcuni esempi e relative lavorazioni, nella Foto Gallery.
Il suo cavallo di battaglia è certamente la Shelby Cobra, intrigante nel complesso quanto nella realizzazione dei particolari e della carrozzeria, riprodotti quasi a grandezza naturale con stampanti 3D .
E che dire della completa replica della Jeep Willys della US Army realizzata con stampe 3D, al pari del prototipo di Utility Vehicle (parte del programma Amie), o ancora del semplice veicolo Strati completamente stampato messo in mostra alla ORNL Manufacturing Demonstration Facility.
Insomma, negli ultimi anni le tecnologie per la stampa in 3D sta facendo passi da gigante, sia per le stampanti sia per i materiali che possono essere utilizzati, dalla plastica ai metalli e loro leghe. Anche per creare, come detto, sistemi complessi, in movimento. Dalle parti di veicoli e pezzi di ricambio si è arrivati ai prototipi e ai veicoli finiti per l’80% e più, anche in scala 1:1.
Il Department of Energy’s Manufacturing Demonstration Facility all’ORNL ospita quello che è ad oggi tra le più grandi, se non la più grande stampante 3D al mondo, la BAAM 200, capace di stampare componenti lunghe oltre 6 metri, profonde e larghe più di 2 e mezzo (ultima foto in Gallery).
E’ un mondo incredibile, le cui potenzialità stanno praticamente “esplodendo”, e che già prospetta vere rivoluzioni nell’industria globale. Un “boom”!
Fabrizio Romano