L’ondata di partecipazione ha commosso la famiglia che ringrazia tutti. La Procura dà l’ok per il ritorno della salma di Hayden a Owensoro dove il sindaco ha disposto le bandiere a mezz’asta.
Ha lottato con tutte le sue forze
Era ormai nell’aria e alla fine, come una doccia gelata, è arrivata la notizia che tutti gli sportivi e appassionati delle corse motociclistiche temevano: Nicky Hayden non ce l’ha fatta.
L’ex campione del mondo della MotoGP, ora in Superbike, si è spento all’ospedale Bufalini di Cesena dove era ricoverato dallo scorso 17 maggio per il terribile incidente a Misano Adriatico, in seguito alle ferite riportate in un investimento mentre si allenava in bici
Fatali il doppio trauma cranico e toracico rimediati nella collisione e che hanno costretto il pilota statunitense a un’agonia, durata cinque giorni di coma. Nicky ha lottato con tutte le sue forze fino all’ultimo, com’era solito fare anche in pista, ma alla fine ha dovuto arrendersi ad una battaglia impari, quella per la vita.
Il ragazzo venuto dal Kentucky
Mentre gli inquirenti indagano ancora sulla dinamica del sinistro (si ipotizza che Hayden possa non essersi fermato allo stop prima dell’impatto mortale), le corse piangono la morte del ragazzo proveniente dal Kentucky. Un pilota capace di segnare un’epoca portando in alto la bandiera a stelle e strisce. Suo infatti l’ultimo alloro iridato messo in bacheca da un pilota statunitense nella storia della MotoGP. Merito di quel titolo conquistato nel 2006 alla guida della Honda ai danni di Valentino Rossi, beffato all’ultima gara a Estoril.
Ultimo americano in uno sport ormai italo-spagnolo
Poi praticamente più nulla. Ed è strano se si pensa che questa disciplina ha vantato solo nell’ultimo decennio tra le sue fila piloti del calibro di Ben Spies (sua l’ultima vittoria di un americano in MotoGp ad Assen, nel 2011), Colin Edwards e John Hopkins. Un vuoto che acquista ancora più rilevanza dopo il passaggio di Hayden in Superbike nel 2016. Da allora nessun americano si è presentato ai nastri di partenza in griglia (se si eccettuano due sporadiche apparizioni proprio di Nicky in luogo degli infortunati Miller e Pedrosa in sella alla Honda).
Imporsi era un’impresa complicata
Non ha vinto molto Nicky, a dire il vero, per ciò che avrebbe meritato, in un periodo in cui però l’asticella della competizione era spostata decisamente verso l’alto e imporsi era un’impresa complicata anche per un pilota dall’indiscusso talento come il suo. Aver spezzato l’egemonia di Valentino, suo ex collega alla Honda e grande amico che ora ne piange la scomparsa, rappresenta il fiore all’occhiello della carriera di Hayden che fin da bambino si è dedicato alle moto correndo nei circuiti cross.
Il centauro figlio di una passione
Nato nel 1981 a Owensboro, eredita dal padre la passione per le due ruote. Nel 1998, all’età di diciassette anni, l’esordio nella categoria AMA Supersport in cui è diventato campione del mondo l’anno successivo. Quindi nel 2000 l’esordio in AMA Superbike, dove si laurea campione del mondo due anni più tardi prima del debutto in MotoGP con il team Repsol Honda insieme a Valentino Rossi dove coglie due terzi posti e il quinto posto nella classifica finale. Nel 2005 la prima vittoria nella classe regina, ottenuta a casa sua, negli Stati Uniti e l’anno dopo il titolo mondiale in un crescendo di prestazioni e risultati che l’hanno portato in vetta al mondo con undici podi conquistati e due vittorie .
MotoGp Legend
Un’impresa mai più ripetuta con piazzamenti anonimi nelle stagioni successive che hanno convinto Nicky nel 2016 ad affrontare la sfida della Superbike, in sella alla Honda CBR. Una sfida che soltanto il destino cinico e baro gli ha impedito di vincere. A Sepang lo scorso anno la sua prima vittoria in mezzo a tre terzi posti che facevano presagire un futuro ricco di soddisfazioni nella disciplina dopo il buon quinto posto nella stagione del ritorno nella classe che l’ha lanciato alla ribalta e che l’avrebbe visto sicuro protagonista, se solo ne avesse avuto il tempo.
Nicky torna a casa
La salma di Nicky Hayden sarà rimpatriata negli Stati Uniti. Successivamente sarà portata a Owensboro, la sua città natale. Il viaggio avverrà con un volo privato, su cui saliranno i familiari di Hayden, accorsi al suo capezzale in ospedale. “Il Dottore” qualche giorno fa, dopo la notizia dell’incidente, di lui ha scritto: “Nicky è uno dei migliori amici che ho avuto nel paddock”.
Andrea Sicuro