Dovizioso e il capolavoro di Montmelò
Con la sua Ducati Andrea Dovizioso conquista anche il GP di Catalogna: vittoria e Mondiale riaperto.
Andrea Dovizioso raddoppia. Sembra averci preso gusto il pilota forlivese che, dopo la vittoria del Mugello, si ripete in Catalogna. Questa volta però in condizioni ambientali potenzialmente sfavorevoli, con il pubblico di casa che si aspettava il trionfo di un suo connazionale.
Invece la Ducati può esultare per il secondo successo consecutivo di un suo pilota. Una circostanza che rimette il Mondiale in gioco; la corsa al titolo a questo punto è decisamente più aperta. Una corsa che vede in lizza anche il team di Borgo Panigale che, messa a punto la moto, può sognare. Quel sogno di riportare a casa un titolo che manca da dieci anni, dall’epopea d’oro di Casey Stoner.
Una vittoria dal sapore dolce, quella ottenuta a Montmelò. Zuccherato vista la tradizionale rivalità che storicamente divide italiani e spagnoli in MotoGP.
Poteva essere il week-end che avrebbe segnato da spartiacque nella lotta con Maverick Vinales, il quale poteva contare sul fattore campo per allungare sui rivali. Invece il leader del Mondiale, in difficoltà coAAme tutte le Yamaha, può contare ora soltanto 7 punticini di vantaggio su Dovizioso. Che diventa il pericolo numero uno sulla strada verso la corona iridata.
L’inerzia è dalla parte della Desmosedici che dovrà ora essere abilmente gestita nella carica di euforia. Si sa, basta poco per sovvertire i giudizi e le previsioni della vigilia. La certezza è che ne vedremo delle belle. Ad Assen, in Olanda, il 25 giugno ne avremo la conferma.
Trionfo Ducati sulle Honda.
Il “Dovi” costruisce il suo trionfo nelle battute iniziali. Una prestazione attenta e intelligente quella del ducatista, che si mette subito in scia delle Honda di Marquez e Pedrosa ma non esagera. Non si fa prendere dalla fretta e dall’ansia, attende. L’attimo giusto per prendersi il comando della corsa sarebbe arrivato da un momento all’altro. Il sorpasso definitivo arriva infatti a 9 giri dalla fine, ai danni di Marquez. Il poleman Pedrosa aveva già alzato bandiera bianca dinnanzi al passo decisamente superiore mostrato dall’italiano in pista, chiudendo al terzo posto.
I due piloti spagnoli rimangono agganciati a un Mondiale, a lato della sfida a due ad ora creata da Dovizioso e Vinales. Al quarto posto l’altro ducatista, Jorge Lorenzo, che parte bene in via portandosi al comando. Poi accusa un calo ma riesce a recuperare posizioni fino ad arrivare ai piedi del podio.
Per Yamaha e Rossi giornata difficile.
Giornata complicata, dicevamo, per le Yamaha. Che non sarebbe stata una gara semplice lo si era intuito già dalle qualifiche, con entrambi i due califfi Vinales e Rossi attardati in griglia. Rispettivamente nono e tredicesimo. A Montmelò di fatto non sono mai stati in partita. Il catalano chiude decimo e si porta dietro un carico di dubbi prima di Assen. Fa poco meglio il Dottore che lo precede di due posizioni. Rossi ci ha provato a scalare posizioni e nei primi giri ci è anche riuscito, ma oggettivamente davanti a sé aveva una montagna troppo ripida da scalare.
C’è da interrogarsi piuttosto su questi blackout del sabato che costringono Valentino ad una corsa ad handicap in gara. Il suo Mondiale si allontana ancora, come una chimera: sono 28 i punti che lo separano da Vinales. Troppi anche per un nove volte campione del mondo, troppo a secco di vittorie di stagione.
Nella giornata della Ducati la nota stonata è data da Petrucci che scivola e lascia un prezioso quinto posto al francese Zarco del team Yamaha Tech III (dietro a lui il compagno Folger, anch’egli sorprendente). Peccato per l’Aprilia di Aleix Espargarò, in lizza per le posizioni nobili prima che il motore andasse in fumo.
Da dimenticare invece la 200ma nella classe regina per Andrea Iannone, finito fuori dalla zona punti con la sua Suzuki. Mentre gode il suo vecchio team, la Ducati, che allarga gli orizzonti del campionato. Non sembra più un’utopia…
Andrea Sicuro