Arriva nel GP Ungheria, pronto e immediato, il riscatto della Ferrari.
Tanti i dubbi alimentati a Maranello dopo la domenica nera di Silverstone. Tutti spazzati all’Hungaroring, dove la Rossa centra la seconda doppietta stagionale con Sebastian Vettel che precede al traguardo il compagno di team Kimi Raikkonen. Grazie anche alla generosità del secondo nello stoico ruolo di angelo custode.
Se quella di Montecarlo poteva non avere ancora eliminato il timore di una supremazia Mercedes, questa è stata una bella risposta.
Estate con il Cavallino in testa.
La pausa estiva consolida il Cavallino in testa alla classifica, con un vantaggio sulle Frecce d’Argento che torna a dilatarsi. Sebastian Vettel deve gestire ora 14 punti di distacco su Lewis Hamilton e 33 su Valtteri Bottas. Un margine che non può certo far dormire sonni tranquilli, ma che per il momento regala un po’ di serenità a Maranello. Al momento nella Scuderia il bicchiere può dirsi senz’altro mezzo pieno.
Si ripartirà il 27 agosto, sul circuito di Spa Francorchamps, in Belgio. Una settimana più tardi, il 3 settembre, l’appuntamento è all’autodromo di Monza. Due piste sulle quali negli ultimi anni la Mercedes ha dettato legge ma la Ferrari ci arriva con il morale alle stelle.
La sensazione, a naso, è che una buona fetta del Mondiale passerà da questo snodo cruciale: archiviate le prossime due gare, ne mancheranno sette alla fine del torneo.
Due Ferrari e una strategia di gara precisa. Raikkonen guardiano di Vettel.
Una prestazione impeccabile della Ferrari, frutto di una strategia di gara perfetta e dell’abnegazione mostrata dai suoi due piloti. A partire da uno stoico Raikkonen che ha protetto per 70 giri il poleman Vettel dall’assalto delle Mercedes. Bottas e Hamilton partivano dalla seconda fila.
A conferma dell’importanza della seconda guida dietro i successi di un team, il finlandese ha difeso sempre la seconda posizione rinunciando ad attaccare il compagno. E di fatto, a ogni pretesa (legittima) di vittoria. Chapeau.
Al resto ci ha pensato Vettel che pure, a metà gara, si è ritrovato a gestire un problema allo sterzo con la vettura che tirava verso sinistra sul rettilineo. Mercedes ha tentato allora la carta della strategia dando ordine a Bottas di far passare Hamilton. Il tre volte campione del mondo si è così lanciato all’inseguimento delle Ferrari che però hanno stretto i denti fino alla bandiera a scacchi.
Hamilton e il fair play.
In dirittura d’arrivo, con le Rosse ormai lontane, l’inglese si è reso infine protagonista di un gesto di fair play, rendendo il favore a Bottas e cedendogli il podio finale. Sul piatto il britannico lascia tre punti che alla fine del torneo potrebbero rivelarsi anche decisivi. Ma nel frattempo ha dato una lezione di sportività ai suoi detrattori.
Red Bull questa volta quasi non pervenute. Specie per il pasticcio al via di Verstappen, che sbaglia a frenare e tampona il compagno di team Ricciardo mandandolo in testa coda. L’australiano deve ritirarsi a causa dei danni al radiatore mentre l’olandese rimedia 10” di penalità. Nel bene o nel male, Verstappen è questo: prendere o lasciare. Da celebrare quando in pista fornisce prove del suo talento. Da mettere dietro la lavagna quando l’esuberanza e la sfrontatezza date dalla giovanissima età lo portano a compiere manovre azzardate.
Ottima la prova di Fernando Alonso sulla McLaren, che coglie il suo miglior risultato stagionale con il sesto posto. E’ amaro invece il ritorno alle corse dopo quattro anni di Paul Di Resta: l’italo-inglese, che sostituiva il febbricitante Felipe Massa sulla Williams, e costretto al ritiro a sette giri dal termine.
Andrea Sicuro
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