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Auto diesel e benzina, hanno gli anni contati

La partita che si gioca intorno alla mobilità è complessa, e coinvolge molti interessi. Diverse nazioni hanno dichiarato guerra alle auto a benzina e diesel.

La Francia dà il via all’elettrificazione

La Francia ha già deciso. Infatti Macron ha dichiarato guerra alle auto a benzina e diesel con il “piano per il clima”: il Governo vuole fermare le le vendite di vetture endotermiche per il 2040, per poi divenire “carbon neutral” nel 2050 con l’obiettivo di un “livello zero” di emissione di CO2. Il piano di Macron non sorprende visto che la Francia è il Paese europeo in cui si vendono più auto elettriche. E la Renault è leader del mercato europeo a zero emissioni.

La gran Bretagna si allinea

Anche il Regno Unito vuole vietare le auto a benzina e diesel dal 2040. Infatti si è allineato gli obiettivi degli Accordi di Parigi, annunciando un divieto sulla vendita di nuove auto a diesel o a benzina a partire quella data. Del resto l’alto rischio costituito dall’inquinamento cittadino ha spinto il Governo a stanziare nuovi fondi per accelerare lo sviluppo di piani locali. Praticamente circa 3,35 miliardi di euro per ripulire l’atmosfera partendo dalle misure, più urgenti come rottamazione mirata, autobus a zero emissioni e piste ciclabili.

La Germania è più pragmatica

Il governo tedesco invece ha avuto il coraggio di non cedere all’euforia da auto elettrica. Iniziativa supportata da evidenti interessi da cui dipende in una certa misura la stabilità dell’economia tedesca. Quindi pur vivendo un periodo in cui altri governi pensano di risolvere la questione approvando divieti alla vendita o alla circolazione di auto con solo motore endotermico, la Germania cerca di mantenere un approccio pragmatico e realistico nella risoluzione delle questioni ambientali.
Però il Consiglio federale Bundesrat ha votato per lo stop alle vendite di auto a benzina e diesel entro il 2030. E il governo di Angela Merkel ha appena concesso un finanziamento da 500.000 euro a Daimler per costruire una fabbrica di batterie a ioni di litio, quelle che servono per le auto elettriche. Ma la legge non è ancora definitiva.

Altri governi hanno anticipato la decisione francese

In effetti il governo Macron non è il primo a livello mondiale ad annunciare l’elettrificazione del mercato auto entro il 2040. Al esempio l’India ha fissato già per il 2030 la messa al bando dei veicoli alimentati con combustibili fossili. E l’Olanda ha votato per la messa al bando delle vendite di auto a benzina e diesel dal 2025.
Anche il governo della Norvegia ha preceduto la Francia nella guerra ai carburanti fossili. Però non ha intenzione di limitare la sua produzione petrolifera. Lo stato nordico si è impegnato a ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, persegue l’elettrificazione dei trasporti e l’uso di fonti rinnovabili in patria, ma non rinuncia all’esportazione di combustibili fossili. Forse perché l’industria oil&gas alimenta un terzo dell’export.

Senza dimenticare la Cina che ha investito moltissimo per diventare il leader mondiale del mercato di auto a zero emissioni. Infatti circa metà delle auto elettriche vendute lo scorso anno sono prodotte da aziende cinesi. Gli incentivi statali cinesi permettono attualmente uno sconto sul prezzo finale tra 6.000 e 10.000 dollari per veicolo, oltre ad altre agevolazioni come le corsie dedicate sulle superstrade. L’obiettivo fissato da Pechino è elettrificare il il parco circolante del paese almeno dell’11% entro il 2020. Vuol dire quasi 3 milioni di veicoli.

Ci sono anche singole città che si stanno organizzando per favorire l’abbassamento delle emissioni inquinanti nelle aree metropolitane. Ad esempio Parigi, Madrid, Atene e Città del Messico hanno annunciato il bando dei diesel dal 2025.

La situazione in Italia

Nel nostro Paese manca una vera politica della mobilità. Gli obiettivi di un “livello zero” di emissioni di CO2,
anche a lungo termine, sono pressoché nulli. I motivi sono diversi: il prezzo delle vetture elettriche è troppo elevato, gli incentivi sono scarsi, poche colonnine di ricarica, autonomia delle vetture limitata. Nonostante questo è necessario contrastare i cambiamenti climatici per evitarne le loro più pericolose conseguenze. Ma la partita che si gioca intorno alla mobilità è molto complessa, e coinvolge diversi interessi legati alle tecnologie. L’auto elettrica è solo una delle opzioni, insieme all’ibrido e ai combustibili alternativi, come gpl e metano, oltre che i biocarburanti.

L’unica speranza è che sia approvata la proposta del governo tedesco che include la richiesta alla Commissione europea di estendere il bando a tutta l’Ue e di rivedere tasse e incentivi per il settore della mobilità a zero emissioni mettendo a disposizione dei vari stati sostanziosi finanziamenti.

Tuttavia prima o poi il mercato arriverà all’elettrificazione totale dei trasporti, perché, come sostiene Tony Seba, economista della Stanford University: “Vietare le vendite di auto nuove a benzina o diesel dal 2040 è come vietare l’uso delle carrozze: nel 2040 questi mezzi non esisteranno più comunque”.

La redazione

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