A Spielberg Dovizioso doma Marquez
Dal circuito di Spielberg in Austria, la Ducati rilancia la sfida Mondiale. C’è ancora speranza.
Il messaggio arriva prepotente dal circuito di Spielberg. Per il secondo anno consecutivo la pista di MotoGP in Austria si conferma portafortuna per la Ducati. Lo scorso anno, il successo di Andrea Iannone era servito soltanto a rompere l’incantesimo e ottenere quella vittoria nella classe regina che mancava dal 2010.
Il trionfo di Andrea Dovizioso ai danni di Marc Marquez vale invece qualcosa di più. Apre orizzonti interessanti per il team di Borgo Panigale, in piena corsa per il Mondiale. Il Cabroncito Marquez è avanti ora di 16 punti, una distanza importante ma non incolmabile. Dopo mesi in cui ha regnato a lungo l’equilibrio, il torneo sembra aver designato i suoi reali duellanti.
Beninteso, Marquez rimane il favorito. La brillante condizione psicofisica mostrata di recente dal pilota spagnolo è già un punto a suo vantaggio. In più, il fatto di aver messo a punto la sua Honda, dopo le difficoltà di inizio stagione. La bilancia pende quindi dalla parte del campione in carica.
Ma Dovizioso non parte battuto in partenza. Quell’ultimo giro, in cui il forlivese è andato a riprendersi la vittoria con la forza dei nervi, sa tanto di guanto di sfida. Una performance che mostra come in casa Ducati il sogno iridato rimanga ben vivo. Certo i diretti interessati non parlano apertamente di titolo e preferiscono vivere alla giornata. Probabilmente una strategia per mantenere alta la concentrazione.
Arriva il momento della verità.
Adesso però è il momento di uscire allo scoperto e giocare le proprie fiches sul tavolo di una partita che mette i rivali sullo stesso piano.
Da Zeltweg a Zeltweg sono passati soltanto 365 giorni ma sembra una vita fa. Con quello in Austria, sono tre i successi stagionali di Dovizioso, gli stessi di Marquez. Quest’ultimo ha raccolto tre podi in più (il bilancio ora recita 07-4). Dimostrazione che la Ducati ha compiuto progressi significativi, ma rimane ancora distante dalla Honda, la quale grazie anche al terzo posto di Pedrosa ha raggiunto la Yamaha in testa alla classifica costruttori. A sette gare dal termine, occorrerà non sbagliare più nulla.
La speranza della Ducati è che l’affermazione allo Spielberg abbia sbloccato Dovizioso, apparso in palla fin dalle prove libere del venerdì. Una sensazione corroborata dalla partenza, in cui Marquez viene infilato dalle Ducati, con quella di Lorenzo che ha preso subito la testa. Ma il tre volte campione iridato si dimostra un osso duro da battere.
Sorpasso e controsorpasso.
A 15 giri dal termine, con un sorpasso al cardiopalma sulle Desmosedici, si prende il comando della corsa. La gara vive di staccate, sorpassi e controsorpassi tra Marquez e Dovizioso. All’ultimo giro Dovizioso resiste anche a un corpo a corpo tentato dallo spagnolo e vola in accelerazione verso il traguardo.
Pedrosa risale dall’ottava alla terza posizione in griglia, spuntandola su Lorenzo. Male invece le Yamaha. Rossi parte bene ma poi si spegne chiudendo con un anonimo settimo posto, dietro al compagno di team Vinales. Entrambi vengono battuti dalla Tech III, la moto non ufficiale guidata da Zarco (5°).
I conti non tornano per la casa di Iwata: dopo la vittoria del Dottore ad Assen, è arrivato soltanto un terzo posto in tre gare. Intanto Marquez si porta rispettivamente a +24 e +33 sullo spagnolo e su Valentino. Un fardello che incomincia a essere pesante a questo punto del campionato, sebbene l’aritmetica conceda ancora qualche chance.
Prossimo appuntamento il 27 agosto a Silverstone, in Inghilterra, dodicesima tappa del Motomondiale.
Andrea Sicuro