A poco più di tre settimane dal grave infortunio, un Valentino Rossi stoico torna in pista ad Aragon e arriva quinto. Davanti anche all’italiano più forte del momento, Dovizioso. Tris spagnolo sul podio, con Marquez che con la sua Honda si ritrova in testa al Mondiale MotoGP.
Nessuno è profeta in patria, si dice. Mai detto fu così sbagliato. Marc Marquez coglie ad Aragon, nella sua Spagna, la quinta vittoria di stagione. Molto importante nella sua caccia alla riconferma sul trono iridato.
Un successo che vale doppio visto che il suo più diretto rivale in classifica, Andrea Dovizioso, non va oltre un deludente settimo posto.
A quattro gare dal termine, Marquez ha 16 punti da gestire sul pilota Ducati che adesso non potrà davvero più sbagliare.
Un Marquez in gran forma rimonta e vince.
Lo spagnolo concede il bis dopo Misano e dimostra di vivere un eccellente periodo di forma. Gli stenti di inizio stagione sono ormai un ricordo. Non è nemmeno stato semplice per il campione in carica imporsi in una corsa vissuta in rimonta dal quinto posto in griglia. E il fatto che Marquez stia vivendo il suo momento migliore proprio in dirittura d’arrivo, potrebbe quasi suonare come un’investitura. Anche perché la concorrenza continua a dare segnali contrastanti.
Per un Dovizioso lento, stavolta brilla la Ducati di Jorge Lorenzo, terzo, che insieme all’altro alfiere della Honda Dani Pedrosa va a completare un podio tutto spagnolo. E’ la seconda volta che capita in stagione, davanti ai propri connazionali. Accadde anche a Jerez, quando a vincere fu Pedrosa. Un’altra conferma della generazione d’oro che stanno vivendo i piloti spagnoli.
Anche “rotto” Rossi c’è.
Ma è stata anche la giornata “eroica” di Valentino Rossi. Dopo lo stoico terzo posto in qualifica, ha tenuto tutta la gara e ha dovuto “accontentarsi” di una quinta, comunque straordinaria, posizione.
A 24 giorni dall’infortunio, e a 38 anni, era difficile chiedere di più. Anche se per il Dottore, ora a – 56 dalla vetta, questo significa la fine del sogno del decimo Mondiale. Se ne riparlerà per il prossimo anno quando l’unica certezza è che il pilota di Tavullia sarà di nuovo ai nastri di partenza.
In questi ultimi due giorni Valentino ha dato un’ulteriore dimostrazione di poter ancora recitare una parte importante in questo sport. Il podio ad Aragon sarebbe stato eclatante dopo la ripresa a tempo record, ma anche così ha fatto un figurone.
Aragon: la gara in pillole.
Nei primi giri Lorenzo prende il comando della corsa, seguito da Rossi e Dovizioso. Mentre Vinales finisce fuori dalla zona podio e Marquez rimane attardato.
Al sesto giro il pilota della Honda, come un lucido stratega, decide che è arrivato il momento di attaccare. Sfruttando il minor degrado delle gomme, che colpisce invece Dovizioso, Marquez riesce a infilare il forlivese e si lancia all’inseguimento del trio di testa. Alla tredicesima tornata il sorpasso decisivo su Rossi e l’inizio del duello con il connazionale Lorenzo, che evoca scene da amarcord. Entrambi rievocano le vecchie contese, quando entrambi partivano alla pari e in palio c’era il titolo.
Por Fuera si difende come può ma alla fine la spunta Marquez, forte di una moto più rodata e di una maturità agonistica ormai completa. La Honda centra la doppietta con Pedrosa, che risale e strappa al maiorchino la piazza d’onore.
La Ducati sorride solo in parte per aver ritrovato un campione, che quest’anno ha vissuto molti più bassi che alti. Sulla carta Lorenzo partiva con l’obbiettivo di riportare il titolo a Borgo Panigale. Certo non quest’anno. Speranza che invece è ancora riposta in Dovizioso, di cui c’è però da registrare la pesante battuta d’arresto. Nel momento più sbagliato per lui e per il team. Dovi chiude in affanno dietro alle Yamaha. Rossi nel finale cede il quarto posto al compagno di team Vinales e all’Aprilia di Aleix Espargarò, sorprendente sesto a soli 6”9 da Marquez.
Non è ancora tutto perduto comunque. La matematica concede alla Desmosedici ancora qualche opportunità per crederci.
Il Mondiale si sposta il prossimo mese in Asia. Tappe in Giappone, Australia e Malesia. La sensazione è che tutto si deciderà lì prima del gran finale a Valencia.
Lo scorso anno, a Motegi Marquez si laureò campione del mondo. Il prossimo 15 ottobre Dovizioso potrebbe invece avere l’opportunità di giocarsi un torneo sempre incerto e che si è divertito a spostare gli equilibri.
Andrea Sicuro