Dovizioso vince a Sepang e rimanda la festa di Marquez
La speranza è l’ultima a morire e Andrea Dovizioso può rimanervi ancora aggrappato, anche se ormai rappresenta quasi un’illusione.
Con la vittoria di Sepang, il pilota della Ducati ha regalato ancora un ultimo brivido a un Mondiale MotoGP che ormai sembra già scritto.
Sì, perché con la sua Honda Marc Marquez non va oltre il quarto posto ed è costretto a riporre lo champagne in frigo per altre due settimane. Il titolo si deciderà il 12 novembre a Valencia: il Cabroncito si presenta all’appuntamento con 21 punti di vantaggio su Dovizioso.
Una dote che è di fatto un verdetto solo rimandato. Soltanto un miracolo del Dovi nazionale e un contemporaneo disastro dello spagnolo possono sovvertire i pronostici del massimo torneo MotoGP. Un Mondiale indirizzato a casa Honda dopo il naufragio di Phillip Island che pesa come un macigno sulla classifica.
Magari ormai poco utile per classifica, ma è arrivato in Malesia il riscatto delle Ducati. Entrambe in prima fila e con ancora una piccola possibilità di giocarsi il titolo nell’ultima gara. Sfida che ha tutta l’aria di essere una passerella per Marquez, a cui basterà fare meglio del dodicesimo posto, indipendentemente dal risultato del forlivese che non ha invece alternative alla vittoria.
Sfida quasi impossibile.
Quasi una formalità, dunque, per un pilota abituato a vincere e che, anche a Sepang, ha dimostrato tutte le sue abilità di calcolatore. In condizioni difficili, dopo il 7° posto in qualifica e su un circuito bagnato, il Cabroncito aveva davanti a sé due opzioni. O tentare di chiudere subito la partita Mondiale (in caso di vittoria di Dovizioso, sarebbe servito un secondo posto). O non rischiare e presentarsi all’appuntamento finale con un margine cospicuo da gestire. Ha scelto la seconda, lasciando copertine e riflettori ad altri. Scelta calcolata? La festa finale per il quarto alloro iridato è ora davvero a un passo.
Titolo in bilico fino alla fine: Dovisioso lo meritava.
Un anno fa a Sepang la vittoria con Ducati che ha interrotto il digiuno nella classe regina. 365 giorni dopo, il bis e che lo proietta vicino alle cime iridate. Dovizioso, al sesto successo stagionale come il rivale, meritava di giocarsi fino in fondo la sua chance iridata in un torneo che ha contribuito a rendere vivo e appassionante. In ogni caso sarà stata per lui un’annata da protagonista, seguito dai media e dagli appassionati quanto Valentino.
Anche se in Spagna ci vorrà un’impresa per riportare il titolo a Borgo Panigale. Finché l’aritmetica concede una chance, la Ducati ha il dovere di provarci, come ha dimostrato anche in Malesia.
Inseguimento vincente.
All’inizio ha comandato il brillante Zarco del team Tech III, ancora una volta più in palla rispetto alle Yamaha ufficiali, in enorme difficoltà sul bagnato (Rossi 7°, Vinales 9°). Dietro al francese, partito con una gomma morbida, Lorenzo, Marquez e Dovizioso, che hanno invece optato per le rain.
Dovi prima supera il Cabroncito e poi passa Zarco, nel frattempo sorpassato da Por Fuera. Dal 9° giro si delinea il duello Ducati per il comando. Le Desmosedici fanno presto il vuoto mentre alle loro spalle Marquez perde terreno pure da Zarco, ottimo 3° al traguardo. A quel punto prevale anche la cosiddetta “ragione di squadra”.
Lorenzo va dritto all’ultima curva lasciando via libera al compagno di team verso la bandiera a scacchi. Avrebbe voluto conquistare il suo primo successo in sella alla rossa nella sua difficile annata di esordio. Ma l’occasione di rimandare ancora per un po’ la festa di Marquez era troppo importante per essere lasciata sul piatto.
Show business accontentato.
Un team diventa grande anche con questi piccoli gesti. Se, come probabile, il titolo non arriverà a Valencia, la Ducati potrà riprovarci l’anno prossimo con ancora maggiore convinzione. Con la forza dei progressi e risultati ottenuti in una stagione comunque da ricordare.
La corsa ha visto anche l’incredibile rimonta di Danilo Petrucci, partito dal fondo per noie alla sua Pramac e giunto sesto al traguardo, dietro al poleman Pedrosa. Debutto senza punti invece per Michael van der Mark, 16° con la Yamaha del team Tech3 dove ha sostituito l’indisponibile Folger. Male infine Andrea Iannone, finito alle sue spalle.
Andrea Sicuro